Ospedale degli Incurabili di Napoli, l'Asl: «I lavori partiranno nel 2023»

Ospedale degli Incurabili di Napoli, l'Asl: «I lavori partiranno nel 2023»
di Emiliano Caliendo
Lunedì 21 Febbraio 2022, 11:22 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 08:07
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Si inizia a vedere una prima luce per la riqualificazione, con conseguente riapertura, del complesso monumentale che ospita l’Ospedale Santa Maria degli Incurabili, nel cuore del centro storico di Napoli. Sono passati ormai tre anni dal crollo di una volta di sostegno del pavimento della chiesa di Santa Maria del Popolo, adiacente al nosocomio, che ha determinato la chiusura dell’intera struttura ospedaliera tranne che del reparto di nefrologia e del Museo delle arti sanitarie. Quasi un anno dopo, l’Asl Napoli 1 - ente proprietario dell’immobile - si affrettò allora ad indire un concorso internazionale di progettazione per il risanamento del complesso – che oltre all’ospedale, comprende anche la Farmacia Storica settecentesca e l'oratorio della Compagnia dei Bianchi della Giustizia – approfittando dello stanziamento di 100 milioni di euro da parte della Regione Campania. «Il crollo è stata la conseguenza di un’attività abusiva ovvero l’ampliamento di un’autorimessa, al di sotto dell’Ospedale. Ciò ha fatto crollare un edificio già in condizioni molto delicate e che oggi con uno stanziamento di diverse decine di milioni di euro dovrebbe essere rimesso totalmente a nuovo. Sto seguendo questa vicenda dalle fasi iniziali e mi risulta che, stando alle notizie che mi arrivano dall’Asl Napoli 1, si sta per completare il progetto esecutivo e che entro fine anno dovrebbe essere cantierizzato», avvisa il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli

Ebbene, la gara di idee – con un premio di 472mila euro - è stata aggiudicata dallo Studio Associato di Architettura Carafa e Guadagno, in qualità di impresa mandataria, che si avvarrà della collaborazione delle seguenti aziende: Barretta&Partner Srl, Studio Costa Architecture Srl, IA2 Studio Associato, General Engineering Srl, Dodi Moss. Costo del progetto di «riqualificazione, restauro e rifunzionalizzazione»? 1,7 milioni di euro così come stabilito dal contratto tra l’Azienda sanitaria partenopea e il raggruppamento di professionisti. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica è stato già approvato lo scorso 10 gennaio dal direttore generale Ciro Verdoliva. Manca ancora, però, la progettazione definitiva su cui stanno lavorando i tecnici delle imprese incaricate. In seguito, saranno necessari i nulla osta e i via libera ai lavori di tutti gli enti competenti sul sito (Soprintendenza ai beni architettonici artistici archeologici ed ambientali, Comune di Napoli, Genio civile della Regione Campania, vigili del fuoco del comando provinciale di Napoli, dipartimento di prevenzione dell'Asl Napoli 1 Centro), solo dopo i quali il progetto potrà finalmente considerarsi esecutivo e cantierabile. L’Asl Napoli 1 fa sapere che l’iter dovrebbe completarsi entro ottobre 2022. A quel punto si potrà procedere all’affidamento dei lavori, con gara europea da completarsi entro gennaio 2023, sfruttando il tesoretto di 100 milioni stanziato da Palazzo Santa Lucia, costituito perlopiù dai fondi Fesr 2014/20 destinati alla valorizzazione del centro storico in quanto patrimonio Unesco. I lavori - che saranno divisi in due grandi lotti funzionali, il Museo e la Casa della Salute di Santa Maria degli Incurabili –, sempre secondo l’azienda sanitaria, dovrebbero poi essere realizzati e collaudati entro il 2025

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Il rischio attuale è che per le lungaggini burocratiche dovute ai permessi si perda altro tempo, aggravando le condizioni di precarietà strutturale degli edifici che compongono il complesso: «Abbiamo visto e segnalato per l’ennesima volta il pericolo di un crollo completo, con il rischio di perdere per sempre il più importante ospedale storico della città. Ovviamente se la situazione è questa le nostre preoccupazioni sulla sorte degli Incurabili sono assolutamente legittime e giustificate. Per questo motivo chiederemo alle autorità preposte di sollecitare gli interventi di manutenzione e recupero prima che sia troppo tardi. Qui c’è una situazione incredibile, il cantiere è fermo, praticamente non esiste» è la denuncia di Antonio Pariante del Comitato Portosalvo. C’è inoltre il tema dei 21 nuclei famigliari sgomberati, per motivi di sicurezza, dalle abitazioni di via della Consolazione – adiacenti al complesso monumentale - a seguito del crollo della primavera del 2019, per cui difficilmente sarà possibile un ritorno alle loro residenze prima del 2025.

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