Palazzo Fuga a Napoli, anche il principe Carlo di Borbone in campo per il recupero

Palazzo Fuga a Napoli, anche il principe Carlo di Borbone in campo per il recupero
di Antonio Folle
Mercoledì 14 Aprile 2021, 13:30 - Ultimo agg. 15 Aprile, 08:02
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Anche la Dinastia dei Borbone Due Sicilie in campo per il recupero del palazzo Fuga. Il Movimento Neoborbonico, nell'annunciare la presentazione del suo progetto di riqualificazione per l'Albergo dei Poveri, ha anche annunciato la discesa in campo di Carlo di Borbone, discendente di quello stesso Carlo di Borbone che nel 1751 diede l'avvio ai lavori di uno dei palazzi monumentali più grandi del mondo.

Da diversi anni - insieme ad altre realtà territoriali come il Comitato Civico Carlo III - il Movimento guidato da Gennaro de Crescenzo segue le sorti di uno degli edifici più caratteristici del periodo aureo di epoca borbonica. Tante le denunce che in questi anni hanno raggiunto i tavoli della politica locale e della politica nazionale. Ha fatto rumore, da questo punto di vista, l'interrogazione parlamentare nata proprio da una ennesima denuncia dei Neoborbonici che rimarcavano le tristi condizioni di degrado della struttura e degli spazi circostanti, ormai quasi del tutto abbandonati dalle amministrazioni comunali e municipali. 

I 150 milioni di euro messi a disposizione dal Recovery Fund hanno dato un'accelerata ai tanti progetti di riqualificazione e hanno fatto alzare le antenne anche a diversi esponenti istituzionali che, in questi anni, si sono abbandonati ad un colpevole silenzio circa le condizioni di Palazzo Fuga e le conseguenti denunce dei cittadini. I progetti di recupero, alcuni anche singolari e fantasiosi, da anni giacevano nei cassetti a causa della cronica mancanza di fondi da parte del Comune - proprietario dell'immobile - e dei numerosi vincoli apposti dalla Sovrintendenza.

Con l'approvazione dei piani di recupero finanziati con il Recovery Fund, invece, tramonterà totalmente qualsiasi ipotesi di privatizzazione del mastodontico edificio. Una ipotesi, quella della vendita a porzioni a soggetti privati che aveva scatenato non poche critiche verso l'amministrazione comunale da parte dei cittadini.

Ad oggi solo parte della struttura risulta attualmente in uso. Gran parte dell'edificio giace nell'abbandono più totale, con un pezzo di edificio addirittura occupato da un parcheggio semi-abusivo. Abbandono che si traduce in degrado e polemiche che potrebbero finalmente sopirsi. Secondo il progetto dei Neoborbonici, un progetto a cui hanno lavorato architetti, storici, archivisti e imprenditori locali, il palazzo Fuga dovrà tornare ad essere una cittadella delle arti, un connubio tra produttività, assistenza e formazione per i giovani. Un progetto, quello presentato al ministro per il Sud Mara Carfagna ed al ministro Franceschini che ricalca fedelmente l'illuminata volontà del primo sovrano della dinastia Borbonica e che potrebbe tornare in auge grazie anche all'impegno dell'attuale Capo della Real Casa Carlo di Borbone. 

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Un impegno che, d'altronde, non è mai mancato in questi anni. Il principe Carlo ha più  volte sottolineato la necessità di strappare al degrado la struttura e di restituirla alla città con la sua vocazione originaria. La discesa in campo dell'erede della Dinastia che ha governato Napoli e il Mezzogiorno per oltre un secolo potrebbe - se lo augurano i Neoborbonici - dare la spinta necessaria a far decollare il progetto di quella che è già stata ribattezzata Cittadella delle Eccellenze Meridionali.

«Quando penso all'Albergo dei Poveri - afferma de Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico - penso da un lato ai primati, alla grandiosità di un monumento e di un regno, ad un simbolo positivo e propositivo. Con Carlo di Borbone era il luogo dell'assistenza ai poveri: 5.000 persone che venivano prese dalla strada e, mentre altrove restavano per strada, a Napoli venivano assistite e formate al lavoro. Dal lavoro di Carlo di Borbone e di Ferdinando II nasce il nostro progetto, perchè questi luoghi hanno un'anima ed una identità che dobbiamo assecondare per cercare una proficua armonia tra passato e futuro». 

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