Papa Francesco nella città del dialogo: «Napoli capitale delle religioni»

Papa Francesco nella città del dialogo: «Napoli capitale delle religioni»
di Maria Chiara Aulisio
Venerdì 21 Giugno 2019, 07:00 - Ultimo agg. 08:40
4 Minuti di Lettura

Napoli aspetta il Pontefice. Questa mattina alle 9 Bergoglio atterrerà sul prato del parco Virgiliano. Niente Papamobile ad aspettarlo, ma un'auto blu che, in pochi minuti, da via Manzoni lo porterà direttamente in via Petrarca, nella Casa dei gesuiti, per partecipare a un convegno dedicato, in particolare, a studenti e docenti delle facoltàò teologiche. Una visita privata, la sua, destinata a durare solo qualche ora: alle 15 Papa Francesco dovrebbe essere già di ritorno a Santa Marta. Arrivo alle 9, dunque, e partenza alle 14, nel mezzo una relazione su «La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo» destinata a durare circa tre quarti d'ora, un incontro con i giovani dei seminari, e un pranzo napoletano con i docenti e i sacerdoti.
 
Nulla è stato lasciato al caso, un'organizzazione quasi perfetta, nello stile dei gesuiti, seguita a vista dal decano della facoltà, padre Pino Di Luccio. Il Pontefice prenderà posto sul palco, progettato dall'architetto Francesco Scardaccione, che ha immaginato una struttura in linea con le tematiche del convegno. Lo sfondo è come una scatola aperta per consentire di poter incorniciare, alle spalle, il Mediterraneo, proposto come luogo dell'incontro tra culture. Ad accoglierlo, con il cardinale Crescenzio Sepe, ci saranno il sindaco Luigi de Magistris, il governatore Vincenzo De Luca e i rappresentanti delle forze dell'ordine - da giorni al lavoro per garantire la buona riuscita dell'evento dal punto di vista della sicurezza. E proprio De Magistris - sindaco di una «città in cui nessuno si sente straniero» - coglie l'occasione del convegno per lanciare un appello, affinché - scrive - «il Mediterraneo non sia l'olocausto del terzo millennio». E poi aggiunge: «Per costruire ponti di umanità contro le mura del rancore e del razzismo, si devono abbattere mura e filo spinato che tante persone hanno nel cuore e nella mente».

Ma veniamo alla giornata di oggi alla quale parteciperà, a sorpresa, anche il cardinale Bassetti, presidente della Cei. L'introduzione sarà affidata a Di Luccio. Seguiranno due interventi su «L'arte come luogo di incontro e di dialogo» dei teologi Jean-Paul Hernandez e Giorgio Agnisola. Uno degli aspetti centrali del convegno sarà il dialogo con le altre religioni, argomento su cui relazionerà Sihem Djebbi, professore di scienze politiche alla Sezione San Luigi e alla Sorbona. Sempre di dialogo, ma da una prospettiva diversa, parlerà Meir Bar Asher, docente di studi islamici all'Università ebraica di Gerusalemme. Subito dopo, il gesuita Francisco Ramirez Fueyo, dell'Università pontificia di Madrid, relazionerà sul tema «Il discernimento come metodo di risoluzione delle tensioni antitetiche» mentre i docenti Sergio Tanzarella e Anna Carfora proporranno testimonianze e proposte concrete. Un convegno a più voci, che ha preso il via ieri, con l'introduzione di Ambrogio Bongiovanni della Pontificia università di Roma.

«Siamo entrati in relazione per mettere insieme le nostre esperienze cercando di delineare i tratti della teologia del Mediterraneo nelle sue diverse articolazioni», ha spiegato don Emilio Salvatore della facoltà teologica di via Petrarca, che ha tratto le conclusioni dei lavori della prima mattinata. Due le chiavi di lettura: le migrazioni - esaminate nelle relazioni di Valerio Petrarca, docente della Federico II, e Carmelo Torcivia della sezione San Luigi - e l'interculturalità nell'intervento di Secondo Bongiovanni, anche lui della Sezione san Luigi, e di Giorgio Marcello dell'Università della Calabria.

La seconda parte della mattinata ha messo in dialogo la teologia al femminile: sul palco Giuseppina De Simone e Donatella Abignente, entrambe della Sezione san Luigi della Facoltà. La prima ha parlato di un «Mediterraneo luogo di contraddizioni, ma anche in grado di esprimere nell'arte e nella cultura la sua sua storia, e proprio per questo luogo di dialogo».

La Abignente ha invece posto l'attenzione sul «valore etico del dialogo per la costruzione di una cultura dell'incontro fra persone e popoli» e ha ribadito «l'equivoco di un dialogo tattico spesso utilizzato coma arma». Per arrivare, poi, alla relazione finale di Fabrizio Mandreoli, della Facoltà teologica dell'Emilia Romagna che ha affrontato il tema di una «teologia che operi un ribaltamento: dove si parte dal presupposto che la tua vita vale come la mia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA