Il tempo passa, ma il degrado di piazza del Plebiscito avanza e peggiora. L'ultimo episodio, ma solo in ordine cronologico, è quello della discarica nel cortile della basilica di San Francesco di Paola. I turisti in città non sono più assenti: tanti, dopo le restrizioni dettate dalla pandemia, sono tornati in città. La cura della piazza simbolo di Napoli invece continua a mancare all'appello. Il degrado del cortile, non a caso, è vecchio di circa due anni: «Nell'immondizia generale - commentano da Europa Verde il consigliere regionale Francesco Borrelli e la consigliera della Municipalità 1 Benedetta Sciannimanica - si notano pezzi di guaina del tetto della chiesa derivanti dai lavori effettuati dagli scalatori un paio d'anni fa per sostituire le coperture danneggiate della Basilica. Evidentemente, chi ha eseguito le operazioni non si è preoccupato di smaltire i materiali sostituiti».
Ecco un'altra pagina triste per la zona del Plebiscito, che si aggiunge alle svastiche, ai falli e alle altre orribili scritte disegnate dagli incivili sotto al colonnato, all'amputazione dei leoni egizi, alla sporcizia dei vicoli di Monte di Dio adiacenti alla piazza, al pluriennale transennamento del belvedere distrutto di via Cesario Console e alle impalcature sul dissestato ascensore di via Acton. Tutte situazioni precarie che nemmeno l'arrivo in città del G20 a fine luglio è stato in grado di scalfire. Insomma, il tempo passa, ma il Plebiscito sta tornando indietro nel tempo di dieci anni, quando il portico era un tripudio di clochard, Tavernelli, urina e murales. La fontana al centro del cortile della basilica è secca e soffocata da rifiuti di ogni tipo. Sacchi neri (di quelli non più utilizzabili, assi di compensato, travi di legno e alluminio, un Super Santos, tubi di scarico, pannelli di lavori in corso, tralicci, mattoni. Poi erbacce a mettere un punto esclamativo sullo stato di abbandono. «Ci sono arrivate diverse segnalazioni fotografiche sullo stato di profondo degrado nel cortile della Basilica di San Francesco di Paola alle spalle di piazza Carolina, dove c'era uno degli accessi dell'ex storico Archivio fotografico Parisio.