Si riparte con l'abbattimento delle Vele di Scampia. Sono stati aggiudicati dal Comune di Napoli gli accordi-quadro relativi agli interventi di demolizione delle Vele C e D (le cosiddette rossa e gialla), alla riqualificazione della vela celeste e alla sistemazione degli spazi aperti post-abbattimento. Interventi candidati da Palazzo San Giacomo al capitolo Pui (Piani urbani integrati) del Pnrr, che comprende non solo il lotto M a Scampia - per il quale il Comune ha ottenuto 70 milioni -, ma anche Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio - opere dal valore di 52 milioni di euro - L'amministrazione - questa la volontà espressa da piazza Municipio - lavorerà a stretto contatto con le comunità di abitanti e con le istituzioni coinvolte nel processo di rigenerazione, sotto il coordinamento operativo della prefettura di Napoli, per mettere a punto modalità, criteri di organizzazione dei lavori e presa in carico degli abitanti e il loro trasferimento nei nuovi alloggi da costruire. Su questi temi, nella giornata di ieri, si è tenuto in Comune un incontro con i rappresentanti del comitato Vele di Scampia.
La fase di collaudo delle opere è prevista per il 2026, ma con l'attivazione dell'accordo-quadro (partito prima del 31 dicembre 2022, scadenza entro la quale le amministrazioni beneficiarie erano tenute ad attivare i finanziamenti pena la loro restituzione) è arrivato il semaforo verde al percorso che durerà fino alla fine del 2023 per realizzare il progetto definitivo dei nuovi quartieri. Il prefetto di Napoli Claudio Palomba ha istituito un apposito tavolo in prefettura in raccordo con il ministero dell'Interno per attivare un coordinamento delle attività da mettere in campo.
«Si tratta di uno dei processi di rigenerazione abitativa più impegnativi tra quelli realizzati in Italia negli ultimi anni - sottolineano da piazza Municipio -. Vi sono coinvolte migliaia di persone in attesa di una soluzione dignitosa a una condizione prolungata di segregazione e di diffusa irregolarità abitativa. Una irregolarità che non si registra solo a Napoli, ma che costituisce una condizione comune alle altre grandi città italiane, dove incidono pesantemente decenni di mancato trattamento - a partire dalle politiche dello Stato - del problema della casa e il restringimento progressivo dell'accesso al mercato libero della residenza». «Registriamo con favore un clima di piena collaborazione con gli abitanti del territorio che può portarci a fare insieme i necessari passi in avanti» commenta il vicesindaco e assessore all'Urbanistica Laura Lieto. Qualche mugugno però arriva dal «comitato Vele», che da 40 anni segue i processi di cambiamento a Scampia. «Non c'è stato un confronto con l'amministrazione - dicono - prima che si mettessero a gara gli accordi-quadro. Chiediamo vengano ritirati i progetti relativi alle abitazioni provvisorie». Il comitato trova sponde in Consiglio comunale, dove è rappresentato da Rosario Andreozzi (del gruppo della sinistra): «Ricordo alla giunta comunale che le decisioni in materia urbanistica e non solo vanno condivise con l'assemblea cittadina e soprattutto con gli abitanti dei territori interessati. Non è tollerabile diventare un organo di ratifica di decisioni prese altrove e che valgono decine di milioni di euro. È ora di rimettere la discussione pubblica al centro dell'azione amministrativa».