Porto di Napoli, ecco il nuovo hub: è la darsena di Levante

Porto di Napoli, ecco il nuovo hub: è la darsena di Levante
di Antonino Pane
Mercoledì 14 Luglio 2021, 13:00
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Napoli avrà il suo grande hub terminalistico. L'Autorità di sistema portuale del mare Tirreno centrale ha dato il via libera all'istruttoria per la realizzazione del terminal containers alla Nuova Darsena di Levante da parte della Conateco. Un momento storico per il porto di Napoli: Conateco investirà 216 milioni di euro  per attrezzare lo scalo ed amplierà il proprio organico con altri 300 lavoratori.

Un primo traguardo netto per il presidente dell'Adsp, Andrea Annunziata, che a poche settimane dal suo insediamento è riuscito a definire le condizioni atte a consentire a Conateco, che fa parte del colosso Msc, di portare avanti gli investimenti finanziati dai privati e che inoltre produrrà occupazione per più di mille unità. Il tavolo tecnico, abilmente coordinato dal segretario generale Giuseppe Grimaldi, ha definito in poche battute il percorso amministrativo. Per Conateco, il presidente Pasquale Legora de Feo che segue questo progetto da ormai venti anni e che oggi ricopre anche il ruolo di vicepresidente nazionale della Uniport l'associazione che fa capo a Conftrasporto e che raccoglie il maggior numero di terminalisti e operatori  dei porti italiani: «Mi compiaccio per l'azione messa in campo dal presidente e dal segretario generale, ma dopo tanti ritardi misurerò l'efficienza  dal rispetto dei tempi dichiarati al tavolo tecnico».

Ma cosa finanzierà il gruppo Msc? Parliamo di un terminal (il rending al centro della pagina) di oltre 262 mila metri quadri (la dimensione degli attuali terminal non supera il 130 mila metri quadri) posizionato a tergo della centrale Tirreno Power, con una banchina di oltre 670 metri, ben più lunga di quelle attualmente disponibili che non superano i 320 metri. Di queste aree circa 80 mila sono destinate alla viabilità ed al transito mentre 110 mila sono destinate allo stoccaggio di contenitori pieni movimentati da ben 8 STS (gru a portale da 60 tonnellate al gancio capaci servire navi anche di 15mila Teus) e 26 transtainers a trazione elettrica. 

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Le restanti aree saranno asservite alle strutture multipiano di servizio, agli uffici direzionali e di terminal, agli spogliatoi, agli hangar per transtainers ed alle officine, per un terminal che sarà operativo h24 e che sarà in grado di garantire un raddoppio delle capacità di imbarco e sbarco di contenitori superando, in proiezione, il milione di Teus all'anno, un traguardo importantissimo in vista della partenza delle Zes che oltre ad interessare il porto di Napoli coinvolgeranno anche aree retroportuali. Una svolta, insomma. Un cambio di rotta che si potrebbe definire epocale se pensiamo ai tempi che sono stati impiegati per realizzare le infrastrutture a carico della Port Autority che, secondo i programmi, avrebbero dovuto concludersi nel 2010. L'ultimo stop nell'ottobre del 2020 quando la Conateco aveva presentato all'ex presidente Spirito un'articolata istanza per confermare la concessione di cinquanta anni rilasciata già nel lontano 2006 dal compianto Francesco Nerli per il Terminal di levante, e confermando la disponibilità di investire 216 milioni di euro.

Ma l'appello della Conateco cadde nel vuoto perché nel dicembre 2020 la precedente governance mise nero su bianco dichiarando che l'istanza avrebbe potuto essere esaminata solo dopo il completamento di ulteriori interventi non meglio definiti che avrebbero portato via almeno due anni ed oltre. Di avviso totalmente diverso il presidente Annunziata che ha subito avviato il tavolo tecnico per definire quali fossero i reali impedimenti per mettere in servizio un'opera di così grande interesse non solo per il porto e la Città di Napoli ma per l'intera regione. Far funzionare subito, insomma, una infrastruttura che ha già assorbito nel tempo oltre 150 milioni di euro di risorse pubbliche.

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