Valore o sfregio, tutti i dubbi di Procida sull'ascensore per i disabili

Valore o sfregio, tutti i dubbi di Procida sull'ascensore per i disabili
di Domenico Ambrosino
Giovedì 25 Luglio 2019, 07:30
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Qualcuno lo chiama «diritto alla grande bellezza», altri lo definiscono un servizio moderno, altri ancora temono, invece, che rappresenti l'inizio della fine di un patrimonio paesaggistico ed ambientale di grande pregio, peraltro già gravemente compromesso dal proliferare di ristoranti ed esercizi commerciali. È acceso il dibattito intorno al progetto che l'amministrazione comunale di Procida sta portando avanti per la costruzione di un ascensore alla Corricella, la marina dei pescatori procidani, decantata in tutto il mondo per il suo irripetibile patrimonio urbanistico di architettura mediterranea.
 
L'ascensore fa parte di un progetto - già finanziato con nove milioni di euro dalla Regione - che prevede il rafforzamento e la messa in sicurezza del costone tufaceo che si affaccia sulla spiaggetta in località Callìa. Qui, proprio a fianco dello scalone che attualmente conduce alla Corricella, dovrebbe sorgere l'impianto, in un tratto della parete tufacea occupato da ruderi di vecchie abitazioni crollate e non più ricostruite.

Dice il sindaco Dino Ambrosino: «Dotare la Corricella di un ascensore serve a farvi arrivare persone diversamente abili, ma anche ad aiutare i tanti anziani che abitano nella Marina e non riescono a sopportare la fatica di salire o scendere la grande quantità di scalini. Non abbiamo sottovalutato - assicura il sindaco - l'impatto paesaggistico, oltre a quello di un uso massivo dell'impianto. Ci sarà una gestione attenta che impedisca esagerazioni e forzature». La Corricella, dice Ambrosino, « è un bene che tutti devono poter godere: per consentire ai diversamente abili di partecipare alla Sagra delle Alici, abbiamo piazzato delle pedane mobili sugli scaloni. La fatica è stata enorme. Il sorriso di anziani e disabili ci ha ripagato. Con l'ascensore sarà tutto più semplice».

Pasquale Lubrano,amministratore isolano negli anni 80, non è convinto. «L'ascensore alla Corricella già c'è spiega ed è quello montacarichi di cui si è dotato un ristorante con accesso da via San Rocco. A suo tempo, convinto della utilità dell'impianto sia per problemi sociali sia per esigenze commerciali, proposi un convenzione. Penso che questa sia un percorso ancora praticabile». Peppino Giaquinto, animatore culturale isolano, ha rilanciato di recente la vecchia idea di inserire la Marina nei beni dell'Unesco. «La Corricella - spiega - sconta la mancanza di un piano di sviluppo attento e intelligente. Da umile borgo dei pescatori si è impetuosamente trasformato in una mangiatoia a cielo aperto. I tavolini intasano finanche il ciglio di banchina». Anche l'Associazione Marina di Corricella», presieduta da Antonio Veneziano, sta dando battaglia. Con una raccolta di firme ha lanciato un appello a Comune, Soprintendenza e Capitaneria perché venga salvaguardato «il patrimonio unico di architettura popolare». La Corricella, chiede l'associazione, «non si trasformi in un assembramento di edilizia moderna e di negozi, bar, ristoranti ed altri esercizi commerciali, che occupano integralmente la superficie della banchina a discapito delle attività tradizionali attrattive marinare del luogo».
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