San Gennaro patrimonio Unesco, ottanta esperti per la candidatura

Sabato la presentazione del libro che aprirà il percorso

Il busto di San Gennaro in processione
Il busto di San Gennaro in processione
di Gennaro Di Biase
Venerdì 25 Novembre 2022, 00:04 - Ultimo agg. 26 Novembre, 09:53
5 Minuti di Lettura

San Gennaro per l’Unesco. Ci saranno tutti, domani alle 11, a Largo Donnaregina (sede del Museo Diocesano), per la presentazione del volume “Devozione e culto popolare di San Gennaro a Napoli e nel mondo”: il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, l’arcivescovo Domenico Battaglia, il sindaco Gaetano Manfredi e il governatore Vincenzo De Luca. Sarà l’occasione per discutere della candidatura del patrono di Napoli (e della Campania) a patrimonio immateriale dell’umanità. Un evento storico, nel segno di un rapporto così viscerale da travalicare il dualismo fede-laicismo, che crea una congruenza inscindibile tra il sangue di San Gennaro e il sangue di Napoli. 

L’elezione di San Gennaro patrimonio dell’Unesco viene accolta con entusiasmo dalla deputazione. Sono due le speranze dell’organismo laico che da mezzo millennio promuove e custodisce il culto di Faccia Gialla: il riconoscimento del patrono nel suo aspetto di «santo religioso» e la possibilità che l’Unesco faccia da traino per la città: «San Gennaro merita tutto questo – esordisce Riccardo Carafa, vicepresidente della deputazione –. È un simbolo di Napoli, e questo risultato farà bene sia alla città sia al Santo. Naturalmente abbiamo partecipato alle riunioni, avvenute anche con l’Arcivescovo precedente Crescenzio Sepe, e siamo stati lieti di questa nomina.

Speriamo solo che riguardi il culto del Santo in sé e più che l’aspetto folkloristico, che non vorremmo fosse troppo sottolineato. In altre parole, ci piacerebbe che San Gennaro venisse riconosciuto come protettore, e come fonte di ispirazione per tutti gli artisti che nei secoli ne hanno favorito la grandezza. Speriamo che attraverso l’Unesco San Gennaro venga conosciuto e riconosciuto nel suo aspetto religioso, come la figura cui il popolo napoletano si affida nei suoi momenti più difficili. La candidatura sarà di certo un traino anche per il Museo di San Gennaro e per la visita della Cappella, che noi custodiamo da cinquecento anni. Siamo felici che tutto il patrimonio del nostro patrono, da oggi, venga riconosciuto ufficialmente in tutto il pianeta». Anche di questo parla il testo, intenso, che verrà presentato domani al Museo Diocesano. Un volume scritto a più mani illustri, da cui trasuda un legame genetico tra la città e il suo patrono: il sangue di Faccia Gialla è il sangue di Napoli.

San Gennaro non è, cioè, un simbolo astratto della città, ma ha a che fare col corpo, con i corpi e con le strade di Partenope. «San Gennaro è il volto spirituale e popolare di Napoli - scrive il ministro Gennaro Sangiuliano, tra gli autori del testo - ed è soprattutto la capacità che ha Napoli di essere universo, di essere un luogo unico capace di ritrovarsi, di ricomporsi ed esportare la sua energia e il suo aroma in ogni angolo in cui c’è umanità. Giambattista Vico richiama l’idem sentire dei popoli, ebbene, il nostro Santo è anima delle fondamenta della nostra comunità». 

«San Gennaro non appartiene solo alla Campania - è l’intervento del governatore Vincenzo De Luca - Il suo culto è diffuso in tanti Paesi del mondo, soprattutto là dove il popolo napoletano si è stanziato a seguito di successive emigrazioni. È una riprova della profonda e stratificata correlazione tra il popolo e il suo Santo, che ha modellato l’identità d’intere generazioni, esprimendosi - oltre che in ambito religioso - nei più diversi campi dell’esperienza umana, da quello storico, a quello artistico, teologico, investendo la cultura e i comportamenti d’intere generazioni. I saggi raccolti in questo volume, scritti da esperti delle varie discipline interessate, dimostrano la validità dell’iniziativa e l’approfondiscono nelle diverse prospettive. Ci auguriamo che la proposta venga accolta perché ha una valenza universale e merita un riconoscimento unanime».

Video

«Perché Napoli è San Gennaro e San Gennaro è Napoli - è il contributo di Gaetano Manfredi - Ne siamo tutti convinti. L’uno non sta senza l’altro. La millenaria storia della città ha disegnato il volto del suo Patrono e questo si è irradiato nel tessuto vivo del popolo, modellandone il carattere, i comportamenti, la devozione, in una compenetrazione di elementi che non ha pari. Si tratta in realtà di un ricco patrimonio culturale che va custodito gelosamente, protetto con cura in un contesto mondiale dove la globalizzazione tende a fagocitare e ad appiattire ogni originalità». 

«Ci auguriamo che un giorno sarà possibile mettere in rete tutte quelle comunità sparse nel mondo che hanno per riferimento la devozione a San Gennaro - scrive Sepe - Sarà come un ritrovarsi, un riconoscersi, un condividere gli stessi passi, guidati sempre dall’unico indimenticabile Patrono». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA