San Giovanni, scomparsi altri pezzi dall'ex complesso industriale Corradini: sos per il gioiello architettonico

San Giovanni, scomparsi altri pezzi dall'ex complesso industriale Corradini: sos per il gioiello architettonico
di Alessandro Bottone
Sabato 30 Ottobre 2021, 17:50
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I capannoni sono ormai diventati ruderi invasi da sterpaglie e rifiuti. Passano i mesi e le strutture dell'ex complesso industriale della Corradini di San Giovanni a Teduccio diventano sempre più irriconoscibili. Pezzi di storia che crollano al suolo anche per la mano di chi, negli ultimi anni, ha vandalizzato e deturpato ciò che resta degli antichi capannoni lungo la costa orientale di Napoli.

Un vero e proprio saccheggio che cancella le tracce del più importante sito industriale del Mezzogiorno dei decenni scorsi. L'ultimo atto di inciviltà contro i fragili edifici è avvenuto proprio nei giorni scorsi. Le strutture portanti in metallo di un capannone che affaccia sul mare sono state tagliate e asportate. Il ferro vivo ancora incastrato nelle basi in cemento dà certezza che il fatto sia recente. Lo testimonia anche il costante lavoro di documentazione portato avanti da Enzo Morreale, storico attivista di San Giovanni a Teduccio e presidente del comitato civico della zona. Il colpo d'occhio è evidente se si confrontano gli scatti realizzati a settembre con quelli fatti ieri, giorno in cui Morreale ha notato la mancanza di travi e pilastri in ferro. E non c'erano nemmeno una settimana fa quando è stato realizzato un reportage pubblicato in rete.

 

Ex Corradini di Napoli Est: il taglio del pilastro di un capannone


Pezzo dopo pezzo si cancella la storia del complesso che dal 1999 è nella proprietà del Comune di Napoli. La condizione di abbandono che perdura da anni ha determinato «un aggravio esponenziale delle condizioni statiche degli immobili con il pericolo che il complesso oltrepassi la soglia di non ritorno dal regime di fatale ruderizzazione». Detto altrimenti: sarà sempre troppo tardi quando si interverrà con i lavori previsti in un mega-progetto di recupero e riqualificazione.

Venti milioni di euro per riconsegnare luce ai manufatti del gioiello di architettura industriale di San Giovanni: o meglio, a ciò che resta degli storici edifici.

Diciannovemila metri quadrati da riconsegnare al quartiere San Giovanni a Teduccio e alla città intera. Un distretto di produzione artistico-culturale, attività ricettive e spazi per il tempo libero. Il progetto prevede il restauro degli immobili di cui sono ancora presenti almeno le murature portanti e la ricostruzione delle aree crollate con analoghe tipologie di intervento strutturale. Le ex concerie De Simone dovrebbero ospitare il distretto produttivo-culturale: dagli atelier artistici alle officine di micro-elettronica, dalle botteghe artigianali ai laboratori informatici. I capannoni crollati lasciano spazio a una grande piazza che possa ospitare esposizioni e altri eventi collettivi. Negli atti si parla anche di una residenza universitaria in un capannone lungo i binari della ferrovia e di una struttura ricettiva e di luoghi d'incontro. Lavori mai partiti. Non è mai stato realizzato nemmeno Porto Fiorito, il porto commerciale che sarebbe dovuto nascere proprio in questo tratto della costa orientale.

«La Corradini è stata ridotta in larga parte a rudere, da tempo, non solo per i ritardi e le incertezze ma anche per la devastazione subita dal complesso con furti ed abusi, come quello documentato dalle foto, agevolati dall’assenza di controlli e dello stesso servizio di guardiania» denuncia Enzo Morreale, presidente del comitato civico di San Giovanni a Teduccio, che spiega: «La ex Corradini è a pezzi per l’incuria e il protrarsi di una situazione di stallo causata pure dalle iniziative dello stesso porto di Napoli che fine a qualche mese fa pretendeva di destinare l’area per un ulteriore espansione dell’area portuale, nonostante che il Comune di Napoli aveva definito da tempo progetti e destinato risorse ingenti per la loro realizzazione. Peraltro, l’area è stata oggetto di un lungo contenzioso tra la società Porto Fiorito e il Comune di Napoli che pare non sia nemmeno concluso».

I numerosi saccheggi hanno ulteriormente danneggiato capannoni e altri edifici. «Ho delle foto scattate nel 2013 che mostrano ponteggi montati su tutti i manufatti che sono stati letteralmente strappati, con ogni probabilità rubati, che hanno favorito il crollo di parti consistenti di molti edifici» spiega Morreale che evidenzia: «Nonostante tutto la Corradini mantiene inalterato il suo fascino. Il progetto di recupero del complesso deve essere adeguato e rilanciato: gli edifici più antichi potrebbero essere recuperati ed inseriti in un grande parco pubblico sul mare e in una cornice meravigliosa».

La bellezza dell'ex Corradini e la sua fragilità sono raccontate e denunciate anche nel cortometraggio dal titolo “Vigliena” realizzato da Lucia Montanaro e Carmine Schiavo e premiato nel contest “Ripensiamo le periferia” dell'Associazione Flegrea PHOTO.

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