Napoli, il mare non bagna San Giovanni a Teduccio: bagnanti e pescatori nelle acque inquinate

Napoli, il mare non bagna San Giovanni a Teduccio: bagnanti e pescatori nelle acque inquinate
di Alessandro Bottone
Domenica 1 Settembre 2019, 16:43
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Oggi sulla spiaggia di San Giovanni a Teduccio, nella zona orientale della città, ci sono pochi bagnanti. Il maltempo ha intimorito i numerosissimi residenti che, quando splende il sole, vengono qui per fare il bagno nonostante il divieto permanente di balneazione.

L'ultimo prelievo dell'Arpa Campania, l'agenzia regionale che monitora le nostre acque, è stato effettuato appena qualche giorno fa: in questo specchio d’acqua sono stati rilevati livelli altissimi di escherichia coli, il doppio rispetto al valore limite. É di oltre due chilometri il tratto di mare interdetto dall'amministrazione comunale, dalla centrale elettrica fino al museo dei treni.
 

 

Ai bagnanti si aggiungono i numerosi pescatori che praticano l'attività senza alcun timore. C'è chi non si fa problemi a comprare il loro pescato ignorando quella che è, da anni, una dura realtà. Ovvero l'inquinamento del tratto di mare nel quale ci finiscono le acque sporche dei canali di sottoservizi, come quello che passa sotto vico secondo Marina, così come scrivono i tecnici dell'Arpac che da anni monitora le condizioni di queste acque. Nel 2018 sono stati registrati i dati peggiori degli ultimi anni, sforando i limiti massimi per ben sei volte durante i mesi estivi.

La corrente trasporta verso la scogliera anche i rifiuti gettati in mare. C'è anche uno pneumatico a ridosso degli scogli. In realtà la "monnezza" è incastrata tra i grossi massi da chi viene qui a prendere il sole e a fare il bagno: ci sono residui di cibo, cartacce, materiali in plastica lasciati dagli incivili. Addirittura una batteria di fuochi pirotecnici. La panchina, prima posizionata sulla passeggiata, è stata trascinata in acqua.
 

C'è ancora tanto lavoro da fare per restituire la costa orientale ai cittadini. Gli interventi non dovranno riguardare solo l’eliminazione delle fonti di inquinamento del mare ma anche i diversi tratti della costa da recuperare, come il depuratore di via Boccaperti ormai dismesso. Spostandosi verso il porto, inoltre, insiste l’enorme area dell’ex sito industriale della Corradini, abbandonato a se stesso da troppi anni.

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