Scateniamo le rinnovabili, a Napoli protesta in piazza per chiedere lo sblocco delle autorizzazioni

Davanti a Castel dell'Ovo pannelli fotovoltaici e pale eoliche realizzati in cartone

Scateniamo le rinnovabili, a Napoli protesta in piazza per chiedere lo sblocco delle autorizzazioni
Scateniamo le rinnovabili, a Napoli protesta in piazza per chiedere lo sblocco delle autorizzazioni
Giovedì 8 Giugno 2023, 12:10
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Pannelli fotovoltaici e pale eoliche realizzati in cartone e posti davanti a Castel dell'Ovo, sede del segretariato regionale del ministero della cultura a Napoli, in segno di protesta. É partita oggi anche in Campania la mobilitazione «Scateniamo le rinnovabili», organizzata per questo weekend in tante altre città della Penisola, da movimenti ecologisti, studenteschi, sindacati e associazioni per ribadire al Governo Meloni «l'urgenza di accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, delle comunità energetiche e la realizzazione di nuovi impianti, sotto scacco di ritardi burocratici e ostacoli normativi. A pesare prima di tutto - dicono i manifestanti - é la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Enti e Soprintendenze ai beni culturali, i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi».

In Campania nel 2022 sono presenti 3.406 MW di potenza installata da fonti rinnovabili con oltre 49 mila impianti presenti nel territorio regionale, ma rispetto all'anno precedente sono stati installati appena 160 MW di nuova potenza rinnovabile elettrica, di cui il 54% é caratterizzato da fotovoltaico, seguito poi dall'eolico con il 44%.

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2021 é di 6.326 GWh, pari al 52% del totale dell'energia elettrica prodotta sul territorio regionale.

 

Uno stallo impiantistico «che di certo non dipende dalla burocrazia campana, che negli ultimi anni in questa materia sembrerebbe invece correre veloce grazie anche alla capacità di mediazione con enti e imprese per migliorare i progetti e renderli compatibili con il territorio. Un approccio vincente che, per essere ancora più efficace, necessita di risorse umane per potenziare uffici regionali e locali dedicati e commissioni». Numeri che stentano a decollare - si sostiene - non solo a causa dei ritardi ma anche dei numerosi pareri negativi delle Soprintendenze. Sono innumerevoli i pareri negativi che si sono accumulati negli anni. «Solo per citarne alcuni fortunatamente in parte superati, c'é l'impianto di compostaggio di Napoli Est, con parere negativo per gli impatti negativi irreversibili per consumo di suolo e per frammentazione del corridoio ambientale paesaggistico del sistema di canali del fiume Sebeto, fiume che oggi non esiste più. Un impianto fotovoltaico a Scampitella, con parere negativo perché, tra varie altre motivazioni, risulta visibile dall'autostrada A16. Ancora, un impianto fotovoltaico a Sant'Agata dei Goti in un'ex cava, sempre accolto da parere negativo». Questa, in estrema sintesi, la fotografia per denunciare il blocco delle fonti rinnovabili, «sotto scacco delle norme obsolete e frammentate, della lentezza degli iter autorizzativi e delle lungaggini burocratiche di enti diversi e di alcune Soprintendenze ai beni culturali. 

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