Da Vigliena a Pietrarsa, lo scempio del mare nero di Napoli Est

Da Vigliena a Pietrarsa, lo scempio del mare nero di Napoli Est
di Paolo Barbuto
Venerdì 19 Aprile 2019, 11:00
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La puzza è insopportabile, l'elica aumenta i giri per portare la barca e l'equipaggio lontani da quell'orrore, il mulinello d'acqua raggruppa i liquami di quell'ampio pezzo di mare che non è azzurro, è beige con tendenza al marrone scuro. Quel che state pensando è esatto: ieri mattina abbiamo navigato in un mare di...

Una giornata in mare assieme all'equipaggio dell'Arpac è un viaggio attraverso il paradiso e l'inferno: acque cristalline e fogne a cielo aperto, gabbiani in picchiata su banchi di pesci e studenti senza scuola che planano su spiagge inquinate.

Nella pace di Marina di Stabia la nave oceanografica «Helios» è l'ammiraglia dell'Arpac che ha altre sette imbarcazioni più piccine per i controlli. Tutto il settore viene gestito da Lucio De Maio, dirigente responsabile dell'unità operativa Mare: è nato sul mare di Sorrento e non l'ha mai abbandonato, nemmeno quando è andato a prendersi la laurea in città, neppure quando è stato portato lontano dal lavoro. Ha parole e modi da vecchio lupo di mare, di quelli che ispirano fiducia.

Al timone del battello ci aspetta il comandante Luigi Ruggiero, a bordo c'è Raffaele Martino, coordinatore dell'unità operativa acque interne e marino costiere di Napoli. Tutti hanno voglia di spiegare, di dire che l'Arpac, l'Agenzia di protezione ambientale della Campania, in mare ci va tutti i giorni e i controlli li effettua 365 giorni all'anno perché qui non si tratta di stilare una classifica ma di tutelare la salute di milioni di persone.
 
Sulla provetta viene incollata un'etichetta con nome e luogo, poi viene tuffata nel mare, tirata su e infilata in tutta fretta in un frigorifero. In tutto l'Arpac ha 328 punti di prelievo da verificare, e il successivo controllo nello stesso punto non può avvenire oltre i 28 giorni di distanza: «Significa che ogni giorno, per tutto l'anno, estate e inverno, siamo in mare ad effettuare prelievi», dice sorridendo De Maio.

Al telefono s'entusiasma il commissario Arpac Stefano Sorvino: «Si tratta di un gruppo di persone di alto spessore, eseguiamo migliaia di controlli, ci allunghiamo pure nel mare della Basilicata che si appoggia a noi per queste verifiche. La flotta è tutta di nostra proprietà, la gestiamo in house ed è un fiore all'occhiello per tutta la Campania». Sorridono a bordo per i complimenti, ma il tempo non è mai abbastanza, bisogna partire.

Il tempo della navigazione è quello delle parole. Il comandante Ruggiero bada alla rotta, De Maio e Martino raccontano episodi, rispondono a domande banali, mostrano punti di costa e ne raccontano la storia. Spiegano che questi controlli continui servono a verificare la presenza di Enterococchi intestinali o di Escherichia Coli: «Sono quelli che vengono fuori dalle fogne, quelli che possono causare problemi alla popolazione. Noi facciamo questi controlli proprio per evitare che i bagnanti possano contrarre malattie».

La norma prevede che dopo cinque anni di verifiche con risultati negativi l'Agenzia possa sospendere i controlli in un determinato punto: «In Campania ce n'erano tanti, però noi non ci siamo arresi, abbiamo continuato anche dopo i cinque anni - dice con vigore De Maio - abbiamo scritto ai Comuni dove c'erano i problemi più grandi e abbiamo chiesto di mettere in campo iniziative per migliorare. È stata una scelta vincente. Pian piano la situazione è migliorata ovunque, ci hanno risposto tutte le amministrazioni mostrando piani di attività per migliorare la qualità degli scarichi a mare. Cioè, hanno risposto tutti tranne uno, il Comune di Napoli. Perciò abbiamo sospeso i controlli a San Giovanni a Teduccio: quella fogna da sempre scarica in mare e nessuno sembra avere voglia di sistemare le cose. Inutile sprecare tempo e soldi per gli esami quando sappiamo che la situazione sarà sempre la stessa».

È in questo preciso momento che l'imbarcazione volge la prua verso la melma di San Giovanni: «Bisogna vedere, sentire la puzza per capire». Hanno ragione, se non vedi il mare marrone e non vieni aggredito dai conati per la puzza di fogna non capisci.

«Diamoci del tu. Mica vorrai scrivere che il mare della Campania fa tutto schifo? Guarda che è quasi tutto meraviglioso».

Il percorso prosegue a Sud, verso certi angoli cristallini del mare fra Castellammare e Sorrento. I dati raccolti quotidianamente vengono riversati nel sito web dell'Arpac e adesso anche in una «app» per lo smartphone che l'equipaggio mostra con orgoglio: «Cerca Arpac Balneazione e scaricalo». È un piccolo prodigio di tecnologia: lo smartphone individua dove sei e ti dice qual è la qualità dell'acqua che hai intorno. «Prova, prova, scoprirai che quasi dappertutto c'è il massimo della qualità. A proposito, San Giovanni a Teduccio non c'è. Abbiamo smesso di controllarla. Pietrarsa invece c'è, anche se i batteri sono tanti. Bisogna mettersi sotto e lavorare tanto».
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