Scudetto al Napoli, tocca a Materdei: «La festa? Sarà a sorpresa»

Gran fermento nel quartiere: commercianti riuniti per l'organizzazione

La preparazione della festa a Materdei
La preparazione della festa a Materdei
di Gianluca Agata
Sabato 18 Marzo 2023, 09:47
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«Qui dobbiamo fare un'altra colletta perché vinciamo la Champions». L'urna di Nyon ha appena regalato il Milan al Napoli di Spalletti. I suoi undici eroi, ma anche qualcuno in più, sono i protagonisti degli striscioni che da balcone a balcone decorano via Materdei, centro di Napoli, storia, cinematografia, radici, colore, folklore, cultura. Lì dove De Sica scelse di dare a Sofia Loren il ruolo di splendida proprietaria di una pizzeria, lì dove Bruno Conti ha reso omaggio a Napoli visitando la scuola calcio che porta il nome del Rione, lì dove le chiese e i palazzi abbondano di storie e napoletanità. Lì dove, trentatré anni dopo ci sono i murales del secondo scudetto ai quali, timidamente si affiancano le decorazioni del terzo tricolore.

Barone sottolinea: «Tutto nella massima legalità. A Materdei non sarà imbrattato nulla. Un trionfo di azzurro. Ma striscioni, bandiere, decorazioni. Non ci sarà una parete che sarà sporcata». C'è da credergli perché è un mantra che ripete a chiunque lo incroci per la strada e gli chieda conto delle decorazioni. Il sindaco Manfredi, autore dell'appello solo qualche giorno fa, ringrazia. Qualche negoziante distribuisce gli shopper bianchi con il tre da un lato ed altre decorazioni dall'altro. I balconi sono i veri protagonisti di Materdei. La Juve sacchetto dell'immondizia, i cuscini bianchi e azzurri che spuntano non appena si sparge la voce che il quartiere è sotto i rilettori di chi lo vuole raccontare.

«Lo scudetto del 1990 rispetto a questo fu più passionale per noi che l'abbiamo vissuto - racconta Luca - oggi ci arriviamo con calma, abbiamo il tempo di organizzarci e poi ci sono i social che un po' ti aiutano ad organizzarti ma ti rovinano anche la sorpresa.

Scaramanzia? Fino a poco tempo fa, inutile negarlo che c'era anche quella, ma con tanti punti avanti credo che ormai i giochi siano fatti e tutti vogliono partecipare all'organizzazione che sta crescendo giorno dopo giorno».


E allora appuntamento a tra qualche giorno quando piazzetta Materdei, ma anche le piazzette limitrofe saranno tutte un cielo azzurro. Le stelle, manco a dirlo quelle dei campioni del Napoli. «Io - aggiunge Mario - avrò la fortuna di condividerlo con mio figlio come ho fatto con mio padre tanti anni fa». È lui che mostra orgogliosamente il tre accanto al murale sbiadito targato 1990. Passeggiando per Materdei, accanto alle pizzerie storiche tanti sfottò alla Juventus. "Fotografa la casa dello juventino" dicono, per poi sottolineare: «I soldi per la festa li ha dati anche lui. Qui siamo tutti amici. Se lui è juventino non è colpa nostra, ma è amico lo stesso». E la zebra ricorre spesso come vittima sacrificale di bandiere e striscioni. Materdei è un fiume che scende verso Santa Teresa. Si conoscono tutti e tutti si danno appuntamento. «La colletta - continua Luca - non finisce mai. Nessuno che ci ha chiuso una porta. Tutti che hanno partecipato secondo le loro possibilità. E il meglio deve ancora venire».

Maradona guarda da ogni angolo. Sul murale nei pressi della statua di Padre Pio accanto alla scuola calcio, nelle bandiere, nei ricordi di Barone che mostra orgogliosamente la sua foto nei festeggiamenti dell'87. Qualche etto e capello bianco in meno. «Sarà una grande festa che, ripeto, faremo nella legalità». I proprietari dei negozi etnici sorridono. Presto qualche bandiera anche da loro. Il colpo di teatro saranno le 500 bandierine che spunteranno da tutti i balconi di via Materdei.

L'impressione è che a Materdei sia solo all'inizio della festa. Gli striscioni dei giocatori del Napoli un antipasto per colorare la strada. Starita continua a sfornare le sue pizze conosciute in tutto il mondo. I turisti aspettano il loro turno e fotografano. C'è chi dice loro: «Tornate tra un paio di giorni e consumate il rullino». Il digitale permette di scattare senza tregua. Se De Sica fosse nuovamente in vita sarebbe orgoglioso. Allora come oggi l'oro di Napoli vive qui.

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