Riapertura scuole, al De Sanctis-Caselli banchi come quaderni: «Così gli alunni racconteranno il lockdown»

Riapertura scuole, al De Sanctis-Caselli banchi come quaderni: «Così gli alunni racconteranno il lockdown»
di Elena Romanazzi
Martedì 22 Settembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 09:29
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I banchi, Valter Luca De Bartolomeis, alla guida del De Sanctis-Caselli, li ha fatti costruire da un falegname. Sono singoli. hanno un piano di legno grezzo  diventeranno una installazione permanente alla fine del nuovo anno scolastico. I ragazzi delle prime potranno scriverci sopra, raccontare la loro esperienza vissuta durante il lockdown. «I giovani - spiega De Brtolomeis - entreranno in classe, dove dovranno rimanere fermi, dovranno governare l’esuberanza dell’età e accettare di non essere liberi».

Da questo recinto di limitazioni  - aggiunge - abbiamo pensato di volare via, con l’unica cosa che possiamo condividere senza rischio di infezioni, l’unica cosa che ancora si può muovere in libertà: il pensiero. «Trasformeremo così i banchi in quaderni su cui ogni studente potrà appuntare i propri pensieri. Ogni giorno i ragazzi scriveranno una frase per raccontare del lockdown e delle loro sensazioni legate al rientro a scuola. Il giorno dopo il banco (rigorosamente igienizzato) passerà a un compagno che dovrà agganciarsi alla frase di chi lo ha preceduto, proseguendo la storia, abbracciando l’altro in un racconto che unisce». Alla fine ogni banco conterrà un racconto memoria di un periodo così complesso e le storie verranno raccolte in un libro  con un evento destinato alla raccolta fondi per sostenere gli artigiani del territorio, cui la nostra scuola è particolarmente legata da statuto,  che, a causa del lockdown, stanno vivendo un periodo di particolare crisi.
 

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Il progetto  - spiega ancora De Bartolomeis - verrà presentato in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, momento durante il quale le famiglie delle prime classi riceveranno un corno-gioiello in porcellana, già parte della collezione di gioielli apotropaici della Real Fabbrica di Capodimonte. Un modo per accogliere attraverso il dono, far sentire i nuovi arrivati parte di una comunità e non solo di un protocollo per la sicurezza.

 

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