Stadio Maradona, inaugurazione nel caos: arriva l'altolà del Napoli al Comune

Stadio Maradona, inaugurazione nel caos: arriva l'altolà del Napoli al Comune
di Pino Taormina
Mercoledì 21 Luglio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 22 Luglio, 19:18
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Inviato a Dimaro-Folgarida

Non solo il Napoli è rimasto sorpreso dalla scelta del Comune di voler svolgere la cerimonia ufficiale dell’inaugurazione dello stadio di Fuorigrotta a Diego Maradona il 29 luglio. Perché bisogna anche organizzare la presenza del pubblico per questo evento, pianificare la presenza degli steward e al momento i decreti parlano chiaro: in uno stadio non possono entrare più di mille persone. Perché è vero che tutti i club spingono perché si possa entrare in uno stadio solo con la Green Pass ma per il momento tutto è ancora legato a quota mille. Basterà? Non sarà facile far decollare l’iniziativa che per molti ha solo un sapore elettorale. Magari non lo è, magari c’è solo la voglia di voler scoprire la targa ma è chiaro che in queste ore vanno definite un bel po’ di cose tra il Comune e la questura prima che davvero si possa dare per certo che si svolga la cerimonia nell’ormai ex San Paolo. 

L’assessore Borriello e il manager del club Formisano hanno avuto una serie di colloqui a giugno per trovare un punto di incontro. Il Napoli avrebbe preferito organizzare tutto, magari dopo le elezioni comunali anche per evitare delle strumentalizzazioni. Poi in quelle ore sarà in partenza per la Germania, perché il 31 luglio c’è l’amichevole con il Bayern di Monaco e non è escluso che la squadra possa fare un piccolo ritiro in Bavaria. D’altronde, c’è un altro aspetto da prendere in considerazione: la società ha l’uso esclusivo del terreno di gioco a partire dal 5 luglio e il campo è stato seminato proprio in vista dell’esordio in casa col Venezia del 22 agosto. E dunque, non può essere utilizzato. Neppure per varare lo stadio Maradona. Il Comune, dovesse arrivare l’ok della questura (in queste ore dovrebbe esserci l’incontro) con l’assessore allo sport della giunta de Magistris, ha in mente di andare avanti anche dando per scontato che il Napoli non ci sarà. Invierà un invito al club e una richiesta di utilizzo del terreno di gioco per quella occasione per la festa di un centinaio di bambini. Ma il Napoli non cambierà idea. E dirà di no.

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Manca una settimana per trovare una intesa. Ma Borriello fa capire che andrà avanti. Il 29 luglio verrà svelata la targa con cui verrà intitolato lo stadio, in maniera ufficiale, a Diego Maradona. Anche se di fatto lo stadio si chiama così, dalla gara con la Real Sociedad, proprio pochi giorni dopo la morte del Pibe de oro. La macchina organizzativa del Comune prevede che sulla pista di atletica venga poi svelata la statua di Maradona donata dall’artista Mimmo Sepe. E all’esterno, poi, la targa con la nuova denominazione dell’impianto. «La statua di Ceci? Se dovesse arrivare, troveremo la giusta collocazione all’interno dello stadio», dice velocemente Ciro Borriello che spera di poter dare l’annuncio ufficiale (perché di ufficiale non c’è ancora nulla) magari oggi.

La statua donata da Sepe verrà messa nei pressi dei Distinti, proprio per non scontentare il popolo delle due Curve. Quella di Ceci magari nei pressi della Tribuna. Ma, intanto all’ex manager e amico del cuore della Mano de Dios è arrivare una curiosa richiesta persino dal museo del Manchester United: quella di avere il calco della mano di Maradona da poter esporre tra i cimeli dei Red Devils. Non male come riconoscimento. 

Certo entrare nella casa del Napoli senza il Napoli è questione che suona un po’ strana. Vedremo se nelle prossime ore, una volta che la questura darà il via libera a organizzare l’evento che in ogni caso si inserisce in un momento particolare della crisi di Covid 19, si riuscirà ad avere anche una rappresentanza del club di De Laurentiis. Chiaro che anche Gravina, numero uno della Figc, a proposito della Copa Maradona da tenersi a Napoli a sempre sottolineato «che senza il desiderio e la collaborazione dell’Amministrazione Comunale e del Calcio Napoli, come peraltro avviene in tutte le città d’Italia, non si può organizzare alcuna partita». Una faccenda che poi si tinge anche di colori politici, proprio quello che il club temeva potesse succedere. 

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