Napoli ha perso un pezzo della sua identità e si guarda intorno smarrita: cerca in ogni modo di salutare Diego, prova a esprimere un dolore che sfiora l'inesprimibile. Display delle edicole con la scritta «Addio Diego Maradona», lacrime dei passanti, bandiere azzurre che spuntano al centro storico come in periferia, edicole votive in cui il Pibe è al fianco della Madonna, migliaia di post a invadere ogni profilo social, ogni chat. Locali, come il bar Nilo noto per la reliquia del «capello di Maradona», riapriranno oggi per omaggiare Diego con un fiore. Maradona è nell'anima di Napoli: la voglia di salutarlo è stata immediata, spontanea, unanime. Napoli soffre e piange il suo eterno numero 10 in tanti modi. Dai Quartieri Spagnoli a San Giovanni a Teduccio, dai balconi privati ai social network.
«Domani attaccate alla ringhiera del balcone o a una finestra una sciarpa, una bandiera, una maglietta.
Il lutto è dietro ogni angolo. Bastava ascoltare i sospiri dei passanti e dei negozianti per accorgersene. Poca voglia di parlare, molta voglia di piangere e stare in silenzio. Maradona è ovunque: a parte i fiori a Fuorigrotta, cordoglio e commozione di centinaia di napoletani anche nelle location dei murales, a San Giovanni a Teduccio e ai Quartieri Spagnoli, o nella Posillipo in cui Maradona abitò, in via Scipione Capece. Sono spuntate bandiere ai giardini Santa Barbara in centro storico, colori azzurri nelle edicole (come in piazza Vanvitelli). Genny di Virgilio, tra i più noti maestri del presepe di San Gregorio, ha già realizzato la statuina di Diego con le ali: «Ciao grande, vola in pace», scrive su Facebook. Bruno Alcidi, titolare del bar Nilo non trattiene le lacrime: «Il mio è il bar di Maradona. Avevamo chiuso per la crisi dovuta al Covid, ma dobbiamo salutarlo, esprimere un segno di lutto, mettere un fiore alla cappella che contiene il suo capello. Mi hanno scritto dall'Argentina ieri sera: sono commossi. Diego era uno di famiglia qui a Napoli come in Sudamerica. Da me arrivavano tanti turisti argentini solo per vedere la reliquia».