Tari, è scontro frontale a Napoli: «Vogliamo l'anno bianco»

Tari, è scontro frontale a Napoli: «Vogliamo l'anno bianco»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 1 Marzo 2021, 09:30
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Oggi, nel giorno della scadenza dell'imposta sui rifiuti in città, si alza il pressing delle associazioni di categoria, i cui leader chiedono in coro che il Comune passi «dalle parole ai fatti sul differimento della Tari». Il rebus, però, non è di facile soluzione per Palazzo San Giacomo: le finanze comunali sono striminzite e gli introiti della Tari derivati dalle utenze non domestiche (che si aggirano intorno ai 139 milioni annui) risultano fondamentali per la raccolta dell'immondizia. Il segnale del Mef, che sabato ha differito le cartelle esattoriali della rottamazione ter e «saldo e stralcio» per le rate del 2020 e per la prima rata del 2021, ha fatto crescere l'attesa delle imprese per un eventuale provvedimento da parte del Comune, possibile a partire da oggi, solo se arriveranno coperture finanziarie da Roma o se arriverà il via libera dei revisori dei conti nel confronto con l'assessorato alle Attività Produttive. È su questi temi che si giocherà in queste ore la partita della Tari. Resta fermo, in ogni caso, il dato dello sciopero fiscale: «Due attività su tre non pagheranno l'imposta», proseguono le associazioni.

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L'effetto Tari rischia di rendere incolmabile il divario tra le imprese: «Ci serve una risposta al più presto dal Comune, perché da oggi per chi non paga scatta la sanzione del 30% sull'importo iniziale - spiega Carla Della Corte, presidente di Confcommercio Napoli - Ci auguriamo almeno un differimento della mora. Non voglio credere che le istituzioni non concedano sgravi a chi ha chiuso per oltre il 50% degli ultimi 12 mesi. Il Mef ha differito le cartelle esattoriali e mi auguro che l'assessore Galiero, che si è mostrata disponibile a esporre le nostre ragioni, riesca a ottenere dei risultati con i revisori dei conti. L'assenza di sgravi sulla Tari impoverirà le imprese già in difficoltà, perché le sanzioni colpiranno chi non ha i soldi per pagare». Tradotto: se non arriveranno mosse concrete dalla politica (Palazzo Chigi o Palazzo San Giacomo poco cambia in questo caso), chi ha un po' di liquidità pagherà una cifra inferiore rispetto agli imprenditori insolventi, i quali si metterebbero a caccia di liquidità per evitare di affondare. Un immobilismo istituzionale o un eventuale no dei revisori dei conti, in tal senso, gioverebbero non poco a ulteriori infiltrazioni della criminalità organizzata nelle imprese. Alla crisi economica si aggiunge poi la crisi della politica locale. «La Tari sarà uno tsunami sulle imprese in ginocchio questo lo scenario delineato da Liliana Langella, segretaria provinciale Aicast Napoli Cerchiamo da giorni un interlocutore, ma molti non comprendono che in questo caso la competenza è del Consiglio Comunale.

Ed è proprio l'assise che governa la città, guidata da un sindaco oramai in fuga dalle sue responsabilità e proiettato verso le elezioni regionali in Calabria, che avrebbe dovuto intervenire in una maniera sicuramente diversa e più efficace. Lo sconto del 10%, arrivato per le imprese, è una banalità, una toppa che non serve». 

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«Servono almeno 6 mesi di sospensione dei tributi»: altro tema rovente è la ricerca di una soluzione radicale del problema fiscale negli anni del Covid. A sollevarlo è Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, che chiede una proroga delle tasse fino a settembre: «Siamo spiegando da oltre un anno che per far ripartire le attività urge sospendere ogni pagamento fiscale osserva L'anno bianco non è un nostro capriccio, ma è una necessità dovuta al fatto che gli imprenditori, non avendo domanda, non stanno incassando. E questo deve essere chiaro al Governo, alla Regione e al comune di Napoli. Gli esercenti versano in grande difficoltà: hanno debiti con l'erario, con i proprietari dei locali e con le banche. Se lo Stato non consente questa sospensione, di 6 mesi ma anche di un anno, non ci sarà futuro. Sospendere la Tari è essenziale per le attività partenopee: ora però chiediamo concretezza, dopo gli ultimi provvedimenti di proroga del Mef urge, da subito, varare la sospensione di questo pesantissimo tributo, come dell'Imu e degli altri balzelli comunali e regionali. Esigiamo risposte». 

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