Torna Nauticsud ma la portualità turistica di Napoli è ancora al palo

Torna Nauticsud ma la portualità turistica di Napoli è ancora al palo
di Emiliano Caliendo
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 17:40 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 17:27
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 Cancelli aperti, dal 12 al 20 febbraio alla Mostra d’Oltremare, per il 48° Nauticsud. Al salone internazionale dedicato alla filiera nautica tante anteprime mondiali e novità: dalle imbarcazioni ai motori, dall’oggettistica agli accessori e servizi. L’evento organizzato dall’Associazione Filiera Italiana della Nautica in collaborazione con l’ente fieristico partenopeo spera di ripetere i numeri dell’edizione del 2020 con ben 103mila visitatori. Tra le novità organizzative da segnalare il nuovo percorso, con il doppio accesso in fiera da piazzale Tecchio e da viale Kennedy, ma anche la nuova disposizione negli spazi esterni del viale delle 28 Fontane.

50mila metri quadrati espositivi, visitabili per nove giorni, che offriranno un panorama completo della filiera con i maggiori player del comparto non solo della produttività, ma anche di concessionari e rivenditori, motori marini, accessoristica e servizi. 

Il settore della nautica è tra i pochi che ha resistito alla crisi economica seguita alla pandemia e che è addirittura cresciuto. La stima di crescita del fatturato globale dell’industria italiana della nautica indica per l’anno 2021 un valore di +23,8%, determinando un fatturato compreso tra 5,5 e 6,0 miliardi di euro. Numeri, stimati dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, che segnalano una crescita continua dell’export con una tendenza positiva negli ultimi 4 anni. La Campania fa addirittura meglio di altre regioni con una crescita del fatturato del +8.3%. Durante la presentazione dell’evento - alla presenza del presidente di Mostra d’Oltremare Remo Minopoli e della consigliera delegata Maria Caputo - organizzato dall’Associazione Filiera Italiana della Nautica in collaborazione con l’ente fieristico partenopeo, sorge il problema della mancanza di posti barca in Campania. «È un problema vero – afferma il presidente di Afina, Gennaro Amato – che vede penalizzato il segmento produttivo e l’intera filiera nautica. Ogni 10 imbarcazioni vendute solo 6 trovano ormeggio. Bisogna intervenire subito per non perdere il primato produttivo italiano della nostra regione. La nostra associazione, fatta di imprenditori, è pronta ad investire per la realizzazione di un Marina che possa avere capacità di ormeggio e di accoglienza di un salone nautico internazionale da svolgersi in mare». A sottolineare la gravità del problema ci pensa anche il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola: «La politica ha fallito nei confronti della nautica già anni fa.

Era pronto un progetto di rilancio dei porti turistici napoletani ma fu ostacolato e cancellato perché le istituzioni bloccarono ogni operatività. Oggi, come Camera di Commercio, siamo pronti ad investire soldi e a formare una società con Istituzioni, Autorità Portuale e imprenditori per rilanciare i Marina e l’economia che produce sul territorio». 

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Chiamato in causa in qualità di autorità politica, l’assessore all’Ambiente e Risorsa Mare del Comune di Napoli, Paolo Mancuso, fa il punto sulla portualità turistica napoletana: «Dobbiamo eliminare – afferma Mancuso - la condizione per la quale i napoletani non possono godere del mare. L’amministrazione è mobilitata su diversi fronti. La costa napoletana non può essere balneabile solo da Mergellina a Posillipo. La nostra amministrazione non se lo può permettere». Il magistrato in pensione, in servizio alla giunta del sindaco Manfredi, allora ribadisce l’impegno dell’amministrazione su tre progetti: «Stiamo lavorando sul porto di San Giovanni per cui aspettiamo i finanziamenti ministeriali. Vogliamo recuperare il Molo San Vincenzo precluso ai cittadini da troppo tempo. E attendiamo il lavoro del sindaco su Bagnoli su cui ha poteri commissariali».

Su Bagnoli l’assessore Mancuso spiega che mentre avanza la bonifica dei terreni «è ancora da definire la bonifica delle sabbie e la rimozione della colmata» per cui «resta archiviata l’idea del porto canale». Il progetto di rifacimento del molo San Vincenzo «prevederà posti anche per yacht» ma quello più vicino a vedere la luce è il progetto del nuovo lungomare di San Giovanni a Teduccio «con le bonifiche alla vigilia della realizzazione». «Vogliamo recuperare la linea di costa che va da Porto dei francesi fino a Pietrarsa. Un pezzo di quella costa, dov'è fallito il progetto di Porto Fiorito, può essere recuperato anche sul fronte della mobilità, pensiamo alla pista ciclabile. Vogliamo investire molto non solo sul porto ma anche sul retroporto con attività, per esempio, dell'artigianato e della cantieristica napoletana e stabiese» rassicura Mancuso. Infine, l’assessore ha affrontato anche l’annoso problema della scarsità degli ormeggi: «Vedere quegli ormeggi sul largo di via Caracciolo, in parte regolari e in parte abusivi, rende plasticamente l’immagine di quanto siamo indietro rispetto alla possibilità di inseguire, e in qualche maniera poi tentare di governare, il tema della portualità. È evidente che c’è una domanda di ormeggio a Napoli che supera di gran lunga le disponibilità e che rischia – e forse è qualcosa di più concreto di un rischio – di frenare uno sviluppo che si sta rivelando estremamente importante per l’economia napoletana». 

Nel comunicato stampa redatto da Afina si può leggere che la Campania conta su 16 porti turistici/marine in provincia di Salerno e 13 in provincia di Napoli, senza citare Napoli che di Marine vere e proprie non ne avrebbe (Mergellina, Santa Lucia, Borgo Marinari, Riva Fiorita, Nisida). Nel 2018 la Regione Campania ha investito complessivamente 150 milioni di euro, tra fondi regionali (66 milioni) e fondi Cipe (80 milioni) da destinare ad interventi di manutenzione, sicurezza, dragaggio e funzionalità portuali. Ebbene, nessun porto turistico di Napoli ha ricevuto questi fondi. Se poi si considera la vocazione estiva dei porti turistici della provincia di Salerno e delle isole, è pacifico constatare che la quota maggiore di imbarcazioni da diporto stazioni nel golfo di Napoli e negli attracchi del capoluogo. «Appare evidente, quindi, che trascurare investimenti su questi punti significa privare il territorio, oltre che di posti barca, dell’economica che produce il diportismo nautico per indotto oltre che limitare posti di lavoro» si legge con un certo rammarico nel documento dell’Associazione presieduta da Gennaro Amato. Al fianco degli organizzatori di Nauticsud anche Amedeo Manzo, presidente di Bcc Napoli e della Federazione Campana delle Bcc, che, con il ruolo di partnership di Afina, sosterrà con finanziamenti agevolati, le imprese partenopee e chi desidererà acquistare una imbarcazione. 

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