Uno schiaffo per Napoli la nuova torre della Regione: un doppione nell'area Est

Uno schiaffo per Napoli la nuova torre della Regione: un doppione nell'area Est
di Luigi Roano
Venerdì 22 Luglio 2022, 23:51 - Ultimo agg. 23 Luglio, 16:57
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Per valutarlo basta un sostantivo maschile: doppione. Questo è l’immaginifico nuovo Headquarter della Regione presieduta dal governatore Vincenzo De Luca che sorgerà esattamente a 200 metri di distanza in linea d’aria dal Centro Direzionale, dove insistono già distribuiti in 4 edifici gli uffici dell’Ente, senza considerare la sede storica di via Santa Lucia. Al centro del progetto della nuova sede della Regione una torre che sarà alta almeno 82 metri - modello Pirellone di Milano - dove traslocheranno tutti gli uffici e gli assessorati e molto altro e da dove il governatore intende affacciarsi - dovesse fare anche il terzo mandato - non più tardi del 2028, data ultima di consegna dei lavori. Da lassù potrà dominare almeno con la vista Napoli, croce e delizia delle sue giornate.

Non i napoletani però che già si interrogano sulla fine che farà tutta l’economia che ruota intorno agli uffici del Centro Direzionale, che fine faranno gli edifici che saranno svuotati, le torri dove abitano decine di famiglie che non avranno più nemmeno un bar sotto casa, tutta la filiera del terziario che resiste a fronte di una situazione che vede il Centro Direzionale già boccheggiante.

Perché dentro la cittadella creata da Kenzo Tange e rifinita da Renzo Piano oggi le cose stanno così, pur essendoci per la metà solo uffici pubblici. Il progetto della Regione è uno schiaffo per i napoletani che invece avrebbero bisogno di una rigenerazione urbana sensata e non di altre colate di cemento ingentilite dal solito parco verde e con una visione del futuro chiara e soprattutto pragmatica da parte delle Istituzioni. 

Eccolo il progetto “Napoli Porta est” che tanto piace a De Luca. Asfissiante il suo pressing sul sindaco Gaetano Manfredi - è uno dei partner istituzionali, il terzo sono le Fs nelle loro svariate declinazioni perché proprietarie di gran parte dei suoli - affinché entro la fine del mese dia semaforo verde al progetto nella conferenza dei servizi. Organismo dentro al quale si valuta la fattibilità tecnica e finanziaria del progetto. Nella conferenza - soprattutto - si deve dare il via libera a una variante urbanistica per ben due ambiti, il 12 e il 23 del Prg di Napoli. Di qui le titubanze dell’ex rettore che alla fine ha fatto trapelare che il suo sì arriverà. Chiusa questa partita, si può passare all’accordo di programma tra gli enti interessati e quindi all’apertura dei cantieri. Si tratta di un pezzo di città sul quale - tuttavia - Palazzo San Giacomo non può lasciare mano libera ai desiderata della Regione. Ma procediamo con ordine perché ce ne sono di cose da raccontare. 

L’idea di De Luca vale circa un miliardo di investimenti di cui 374 milioni solo di infrastrutture a carico del pubblico e la Regione dal Cipe già ha piazzato sul tavolo ben 100 milioni. Tutti soldi pubblici - giova sottolinearlo - per replicare in fotocopia una cittadella dei servizi che sta 200 metri più in là. Il “soggetto attuatore” è stato individuato nell’Eav, la partecipata della Regione che gestisce la Cumana e la Circumvesuviana che sono regine delle cronache per il disservizio. Un progetto che - va detto - è bello e funzionale nella parte che riguarda la specificità delle Fs. Vale a dire la risistemazione del fascio di binari della Circumvesuviana che verranno interrati, una bretella che collega la A3 a un parcheggio sotterraneo ovvero sotto a quello attuale che c’è all’incrocio tra piazza Garibaldi e il corso Lucci destinato anche ai bus, la nuova stazione dell’Eav e ancora altri parcheggi in un’area dove le stesse Fs ne hanno già due, uno aperto la settimana scorsa al corso Meridionale.

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Insomma sostanza, ma anche tanti lustrini. Come si dice in questi casi però non si deve buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Perché il punto di non ritorno è la cittadella che vuole il governatore. La superficie di suolo interessata è di ben 126.800 metri quadri. Di cui 60mila - circa 7 campi da calcio - per l’Headquarter che poi sarebbe la torre che, questo trapela, non sarà alta quanto quelle nel Centro Direzionale ma di sicuro non sarà inferiore a quella delle Fs che è di ben 82 metri e che domina piazza Garibaldi da mezzo secolo. I restanti 66.800 mq avranno queste funzioni: ricettivo, commerciale, direzionale e residenziale, ancora un doppione del Centro Direzionale. In mezzo e intorno il parco e gli alberelli. Un progetto che dialoga con quello che ha spaccato l’Unione degli Industriali napoletani, per essere più chiari quello dell’Associazione Est(ra)Moenia dell’imprenditore Ambrogio Prezioso che pur essendo past president dell’Unione si è poi dimesso, assieme ad altri, da Palazzo Partanna. A questo punto vale la pena riepilogare gli ambiti del Prg dove è necessaria la variante per intervenire. L’ambito 12 è Gianturco, qui l’indice di fabbricabilità è 0,8 per mq.

I punti salienti dell’intervento sono il recupero dell’archeologia industriale, una nuova piazza in corrispondenza dell’arrivo dell’alta velocità e la realizzazione del viale di collegamento tra la nuova piazza e il quartiere Ponticelli. L’ambito 23 è “Mura orientali”, siamo nell’area di Porta Nolana, dove è prevista la ricostruzione di via Diomede e via Carmignano. Poi la sistemazione di piazza Nolana e piazza Pepe e la riqualificazione dell’insula adiacente alla stazione della Circumvesuviana e della stazione. 

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