Uber a Napoli entro maggio: «Noi vicini ai tassisti, nessuna tariffa sleale»

Uber a Napoli entro maggio: «Noi vicini ai tassisti, nessuna tariffa sleale»
di Luigi Roano
Domenica 8 Marzo 2020, 07:00
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Uber taxi sbarca a Napoli: «Entro maggio contiamo di partire», racconta Lorenzo Pireddu, il manager per l'Italia da poco più di 5 mesi. «L'obiettivo di Uber è quello di lavorare fianco a fianco con i 2.400 tassisti di Napoli in modo da offrire ai cittadini una nuova modalità di trasporto per muoversi nella loro città. Allo stesso tempo negli ultimi anni, importanti associazioni hanno prestato servizio a Napoli e in tutto il Paese acquisendo un'esperienza da cui Uber può imparare». Ma come si fa a mettere insieme il diavolo e l'acqua santa? Perché i tassisti non dovrebbero temere Uber? «Le nostre tariffe saranno allineate a quelle dei tassisti napoletani» spiega ancora Pireddu. Si ricorderanno le guerre scoppiate a Roma e Milano sulla questione delle tariffe, i tassisti nostrani protestavano proprio su questo punto accusando Uber di concorrenza sleale. Ora la scena sembra cambiata. Il coloss,o disponibile in più di 900 città, in 69 Paesi e nei 6 continenti, con 27mila dipendenti in tutto il mondo cercherà di giocarsela - con i tassisti partenopei - sul fronte della qualità, della rapidità di offerta del passaggio e della sicurezza. Sfruttando la sua classica App e l'esperienza accumulata negli ultimi 7 anni. Arriva a Napoli dopo che in Italia ha messo radici a Torino.

Vale la pena ricordare che l'azienda con sede a San Francisco fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un'applicazione mobile - cioè da scaricare sul telefonino - che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Questa la caratteristica che ha fatto sviluppare Uber che ora è - come si dice in questi casi - una piattaforma dove è possibile assicurarsi servizi non solo simili a quelli dei taxi. Per esempio l'azienda fornisce anche i monopattini elettrici che in città piene di Ztl e aree pedonalizzate possono essere soluzioni per muoversi in agilità. Per avere un'idea del volume di affari, l'anno scorso il totale dell'ammontare pagato dai clienti dei vari servizi è stato di 65 miliardi di dollari. Allora perché Napoli? Perché il sud Italia? È sempre Pireddu a spiegare la mossa di Uber: «La nostra convinzione più forte - racconta - è che Napoli è una città grande, ma anche una città molto internazionale e che si sta internazionalizzando sempre di più. E noi per nostra natura siamo in tutto il mondo. Una città che ha questa dimensione e con tanto turismo è molto interessante. Per esempio, nel 2019 ci sono state 700mila persone che hanno aperto la nostra applicazione per chiedere una corsa, c'è una bella domanda e questo ci porto a essere molto positivi» nonostante le difficoltà di questi giorni legate al Coronavirus. Pireddu - nella sostanza - spiega «che c'è consapevolezza delle differenze tra i vari Paesi e che quindi è giunto il momento di andare in un approccio molto più locale, capire il Paese dove si va e le convenzioni locali». Insomma c'è uno studio certosino dietro la scelta di Napoli. «Noi crediamo - racconta ancora il generale manager - che il mercato a Napoli sia molto sviluppato con operatori radicati e vogliamo lavorare assieme a loro per dare un prodotto buono. Come stiamo facendo a Torino, a Madrid o a Berlino per citare alcuni esempi».
 
 

La tecnologia di Uber identifica il tassista più vicino e indica quando accetta la corsa. I passeggeri possono a quel punto ottenere informazioni sul tassista, vale a dire il suo profilo, seguire il percorso dell'auto sulla mappa integrata nell'app, avere una stima dell'orario di arrivo del taxi e di quando si arriverà a destinazione. I passeggeri possono eventualmente cancellare la corsa senza commissioni entro 2 minuti da quando la richiesta è stata accettata. Dopo i due minuti dovranno pagare una penale di 5 euro. Non è finita qui. Durante il viaggio passeggeri e autisti possono condividere il percorso in tempo reale con contatti fidati e quindi dividere il costo della corsa. Quanto alla sicurezza il passeggero può effettuare la chiamata di emergenza al 112 o chiedere assistenza a Uber. E per chi ha necessità di una ricevuta, sarà rilasciata quella elettronica. In che modo Uber può aiutare i tassisti napoletani? «Ci sono accordi siglati a livello internazionale per garantire maggiori protezioni agli autisti, con determinate compagnie assicurative».

«La decisione di partire a maggio - spiega il general manager - è che per quell'epoca entriamo nell'alta stagione del turismo. Ribadisco che ci allineeremo alle tariffe locali: ci guadagneranno anche i napoletani che avranno un altro servizio. Noi abbiamo una domanda che potrà far crescere l'intero settore». Pireddu sul tema della sicurezza insiste molto: «Noi la garantiamo nella massima trasparenza. Controlliamo sempre i nostri autisti, verifichiamo i loro dati, se sono in regola con le leggi locali. Dall'altra parte il passeggero ha a disposizione un kit di sicurezza per contattare le forze dell'ordine e tutte le altre opportunità che offre la tecnologia». Il manager poi conclude così: «Uber sulle proprie auto porta avanti un concetto da molti anni: incentivi tramite accordi a chi le acquista per stare con noi. Siamo un'azienda grande e abbiamo anche la possibilità con i produttori di auto di stipulare accordi vantaggiosi per rinnovare il parco auto». 
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