Sul Vesuvio dopo gli incendi spariti i pipistrelli «sentinella»

Sul Vesuvio dopo gli incendi spariti i pipistrelli «sentinella»
di Francesca Mari
Lunedì 19 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 16:01
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I pipistrelli come «sentinelle» dello stato di salute del Vesuvio dopo i devastanti roghi dell'estate: alcune specie hanno perso circa l'80% dell'habitat. A dimostrarlo uno studio dell'Università Federico II di Napoli, pubblicato sulla rivista specialistica «International Journal of Wildland Fire», finanziato dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Un lavoro di ricerca e azione su campo iniziato prima dei roghi che hanno interessato 1980 ettari di macchia mediterranea, danneggiandone gravemente circa 500.
 
Nel confronto tra il prima e il dopo roghi, i volatili notturni si sono rivelati molto utili. «I pipistrelli sono bioindicatori potenti, forniscono quelli che gli scienziati chiamano «servizi ecosistemici» e fungono da pesticidi naturali, mangiando insetti di ogni tipo, come quelli dannosi per la salute umana e per le coltivazioni. Le larve di zanzare o falene, ad esempio sono fatali per l'agricoltura del Vesuvio» spiega Danilo Russo, ecologo, naturalista e professore associato al Dipartimento di Agraria della Federico II, uno dei massimi esperti a livello europeo di pipistrelli. È sotto la sua supervisione che gli studiosi Luciano Bosso, Leonardo Ancillotto, Sonia Smeraldo, Sara D'Arco, Antonello Migliozzi e Paola Conti hanno realizzato lo studio «Perdita di un potenziale habitat a seguito di un grave incendio: valutazione rapida basata su modelli», pubblicato di recente dopo mesi di monitoraggio nel Parco Nazionale. In pratica, attraverso tecniche all'avanguardia i ricercatori hanno creato modelli di distribuzione potenziale di tutte le specie di pipistrelli presenti nel Parco paragonando lo stato di habitat del pre e post incendi, per capire i danni alla biodiversità.

Nei circa 500 ettari danneggiati dagli incendi, le specie presenti sono 12 (dal più diffuso Pipistrello di Savi alla più colpita dagli incendi, Vespertilio di Natterer) e il potenziale habitat perso da ciascuna specie arriva fino all'80%. Lo studio, con modelli potenziali, non è in grado di icnidcare con precisione il numero di pipistrelli presente prima e dopo l'incendio, ma risulta innovativo per prevenire danni. La morte o la fuga dei pipistrelli durante gli incendi, infatti, provoca conseguenze per le coltivazioni dei prodotti tipici vesuviani. «Sebbene gli studi a lungo termine siano insostituibili per comprendere come le comunità rispondano agli incendi spiegano gli esperti - una valutazione rapida ed efficiente delle conseguenze è fondamentale per informare gestione e restauro dell'habitat. I modelli di distribuzione delle specie (Sdm) possono essere applicati per raggiungere questo obiettivo, ma non sono ancora utilizzati in tal senso. Noi li abbiamo applicati per valutare quanto potenziale habitat è stato perso dalle 12 specie presenti nella zona a causa dell'incendio e la frammentazione dell'habitat. La nostra analisi ha supportato le ipotesi che abbiamo testato (riduzione dell'habitat e frammentazione), per cui dimostriamo che gli Sdm sono uno strumento prezioso per una prima rapida valutazione degli effetti su grande scala degli incendi selvaggi e che possono aiutare a identificare le aree a rischio e salvare risorse umane e finanziarie».

Nel corso del monitoraggio i ricercatori hanno scoperto che gli incendi hanno calato anche la potenzialità riproduttiva dei chirotteri sul Vesuvio, rilevando che le femmine di Savi sono presenti in numero minore dopo i roghi rispetto a prima. Indicazioni, quelle emerse dallo studio, preziose per la ricerca ma anche per le azioni da mettere in campo utili alla tutela e ripopolazione delle specie nel Parco Nazionale. «Stiamo orientando tutte le ricerche in corso finanziate dall'Ente Parco spiega Agostino Casillo, presidente dell'Ente Parco - sull'analisi degli effetti dell'incendio del 2017. Èil caso di questo studio sui chirotteri redatto dal Dipartimento di Agraria della Federico II. Inoltre, abbiamo commissionato uno studio specifico sugli effetti dei roghi sulla flora, sempre al Dipartimento di Agraria, grazie al quale abbiamo avuto preziose indicazioni per la redazione di due progetti di rinaturalizzazione presentati al Ministero dell'Ambiente».

Domani alle 10.30 al Palazzo Mediceo di Ottaviano saranno presentati i risultati della campagna antincendio 2018, nata dalla convenzione tra Ente Parco e Ministero dell'Interno- Direzione Regionale Vigili del Fuoco.

Si parlerà anche di sicurezza e controlli e saranno presentate le linee progettuali per la prossima campagna antincendio 2018.

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