Villa Comunale di Napoli ceduta alla stazione Anton Dohrn, il Comune finisce sotto accusa

Villa Comunale di Napoli ceduta alla stazione Anton Dohrn, il Comune finisce sotto accusa
di Davide Cerbone
Lunedì 22 Marzo 2021, 09:00
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Se non è una dismissione, ci somiglia molto. Per questo, la notizia di un affidamento ai privati della manutenzione ordinaria del patrimonio botanico dentro la Villa Comunale ha suscitato più di un mal di pancia. Luigi Felaco, assessore al Verde della giunta de Magistris, precisa: «Abbiamo investito 2 milioni di euro per una riqualificazione della Villa che rientra nel grande progetto dei parchi di Comune e Città metropolitana: come per il Virgiliano e il Parco dei Camaldoli, è in corso la procedura di selezione dei progettisti», prosegue l'assessore. E assicura: «Per la Villa, dove alcune fontane storiche sono state rifunzionalizzate e nuove aree riconsegnate, non è previsto alcun tipo di pubblicità e nulla cambia su fruibilità, accessi ed eventi».

 

Sulla scelta del Comune, però, Francesco De Giovanni, presidente della I Municipalità, nutre più di una perplessità: «Siamo curiosi di leggere questa delibera sulla quale siamo stati tenuti completamente all'oscuro.

Una cosa è certa: in questo modo, il Comune riconosce definitivamente che non riesce più a gestire nulla, neanche i parchi. Posso capire l'adozione di un'aiuola da parte dei cittadini, ma se si depongono le armi su un luogo così simbolico significa che si è toccato davvero il fondo», commenta. «Ormai - aggiunge - bisogna solo attendere la fine di questa esperienza amministrativa che colleziona una brutta figura dietro l'altra. Spero che il prossimo sindaco metta subito mano alla manutenzione dell'intera città: il verde, le strade, l'illuminazione e gli altri servizi. Una voce che l'attuale amministrazione neanche conosce», attacca De Giovanni, puntando il dito contro un abbandono a tempo indeterminato: «Tornando alla Villa - conclude -, è ridotta da tempo in condizioni ignobili: oltre al verde abbandonato, non c'è un lampione che funzioni, tanto che la sera domina il buio. Un degrado inaccettabile».

Sul Piano triennale di manutenzione e cura della Villa Comunale di Napoli annunciato dal Comune, Legambiente, WWF Napoli e Green Italia fondono le voci in un unico grido: «Chiediamo la revoca del provvedimento di affido e l'immediata apertura di un tavolo di confronto sulla gestione trasparente del verde pubblico e delle risorse economiche», scrivono. E bollano come «irricevibile» una «assegnazione per un periodo che va oltre l'ordinarietà, assunta da una amministrazione a fine mandato», ricordando che «Napoli resta una delle poche Città italiane senza un regolamento del verde». Infine, il tema della forza lavoro: «Auspichiamo lo sblocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione che consenta di garantire la gestione dei principali beni culturali e ambientali della città».

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Un tasto dolente sul quale Francesco Vernetti, presidente pro tempore della commissione Ambiente del Comune, preme con forza: «Non abbiamo personale, come manteniamo la Villa?», domanda. «Dai 23mila dipendenti del 1993, siamo arrivati oggi a meno di 4000 dipendenti, 1300 dei quali sono vigili urbani. Questo per un'amministrazione che gestisce 250 servizi», spiega. Numeri che sono ancora più allarmanti se si parla dei giardinieri: «Un anno fa ne avevamo un centinaio, ora sono solo trenta». 

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