Villa Comunale di Napoli senza pace: aiuole e giardini sventrati per far passare i cavi elettrici

Villa Comunale di Napoli senza pace: aiuole e giardini sventrati per far passare i cavi elettrici
Mercoledì 28 Luglio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 18:55
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L'ennesimo schiaffo alla Villa Comunale. Ieri mattina il terreno di una parte delle aiuole del polmone verde della city è stato sollevato con un trattore, per permettere un intervento dei tecnici di Napoli servizi e Abc. L'operazione si è resa necessaria ai fini del passaggio di energia elettrica fino alle due fontane della Villa, quella di porfido e Santa Lucia, così da poter ripristinare lo zampillio d'acqua. «Stanno finendo di distruggere le aiuole - l'amaro commento di Benedetta De Falco, presidente dell'associazione ambientalista Premio Greencare - Ho assistito a questa devastazione e onestamente visto com'è messa oggi la Villa, non credo ci fosse bisogno di mettere questa pezza a colori, lo zampillio della fontana, in un luogo desertificato dove non funziona nemmeno l'impianto d'irrigazione» rimarca De Falco. «Si tratta di lavori per ripristinare l'impianto elettrico, quadro e pompe delle due fontane - fanno sapere da Abc - sia sulla fontana della tazza di porfido che su quella di Santa Lucia. I lavori dureranno un mese circa, quindi andremo avanti per tutto agosto. Il quadro elettrico lo abbiamo trovato completamente vandalizzato - spiega ancora un tecnico dell'azienda idrica - Dobbiamo rifare nuovamente l'intera linea: dal quadro alla rifunzionalizzazione delle pompe che si trovano sotto. Tutto con la supervisione della Soprintendenza». 

Osservando da vicino l'intervento, durante le operazioni, si è potuto notare come il terreno delle aiuole sia stato sollevato per cercare di creare un canale per il passaggio di energia fino alla fontana.

Un trattore, un furgone, due camioncini e 7 operai di Abc e Napoli servizi hanno effettuato l'operazione. «Oltretutto il trattore - racconta De Falco - era poggiato su una delle aiuole, che già soffrono per il caldo e l'incuria. Nessuno se ne prende cura». Ma com'è noto da anni, la Villa Comunale vive una situazione di degrado generale. Da alcune foto si può anche notare come «una radice di un albero - racconta De Falco - non sia stata rimossa se non parzialmente, lasciando un buco sulle aiuole. Per questo lavoro si usa uno strumento, fresaceppi, che va in profondità ed elimina la vecchia ceppaia per fare spazio alla nuova vegetazione da mettere a dimora. In Villa invece - rimarca De Falco - non c'è una strategia e manca una visione, si lavora con strumentazioni non idonee. L'ho trovata davvero devastata». Come se non bastasse c'è una panchina di tufo antico completamente distrutta. Gli ultimi colpi gli sono stati inferti di recente. E così alcuni massi giacciono accanto ad una fontanella. «Si stanno perdendo anche le pietre che formavano questo antico sedile» spiega la presidente dell'associazione ambientalista. 

 

Fermo al palo, congelato, il piano dei privati per rifare il look alla Villa Comunale. Il Comune di Napoli con delibera del 17 marzo aveva affidato la Villa proprio all'associazione ambientalista Premio GreenCare Aps Ets, che si era aggiudicata il bando con un piano da 850mila euro, tutto a sue spese, per rimettere a nuovo il polmone verde della city. Un parco che da anni vive uno stato di allarmante degrado. L'affidamento ai privati avrebbe avuto una valenza di 3 anni, come previsto in delibera, senza alcun onere per l'amministrazione. Dopo le polemiche sulla presunta privatizzazione della Villa, il Comune, in autotutela, ha congelato il bando e chiesto all'associazione delle controdeduzioni, consegnate a Palazzo San Giacomo una settimana fa. Si è adesso in attesa della decisione del Comune. «I napoletani hanno perso 850mila euro messi a disposizione per il restyling e un'occasione di rilancio per la Villa Comunale» tuona De Falco. Sugli scudi, dopo l'affidamento, altre sigle ambientaliste, come Legambiente, Wwf, Acmè, Greenitalia, che hanno rimarcato nei mesi scorsi come quella che «inizialmente era una richiesta di collaborazione sia diventata poi affidamento e addirittura concessione». L'affidamento in realtà si basa su una delibera di due anni fa, la 63 del marzo 2019, con la quale il Comune aveva aperto alla sperimentazione per la co-gestione, con i cittadini, per la cura del verde pubblico. 

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