La gara va deserta, il villaggio preistorico di Poggiomarino salvato e abbandonato

La gara va deserta, il villaggio preistorico di Poggiomarino salvato e abbandonato
di Francesco Gravetti
Domenica 12 Novembre 2017, 13:05
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Nessuno vuole gestire il parco archeologico della Longola, il sito protostorico di Poggiomarino scoperto nel 2000 e, da allora, ancora in attesa di essere valorizzato. È andato deserto, infatti, il bando di gara per la concessione dei servizi integrati di gestione del parco: nemmeno una ditta ha presentato l'offerta e ora il Comune è alle prese con l'individuazione di soluzioni alternative, dopo aver completato i lavori e realizzato l'area con fondi regionali.

Il bando di gara aveva un valore presunto di quasi 1 milione e 200mila euro: la concessione quinquennale del sito avrebbe dovuto essere assegnata a chi presentava l'offerta economicamente più vantaggiosa, prodotta però dall'impresa che avrebbe conseguito complessivamente il punteggio più alto. Le ditte, infatti, potevano fare anche proposte migliorative, farsi venire idee di valorizzazione. Chi si fosse aggiudicato l'appalto, avrebbe dovuto occuparsi dell'apertura e della chiusura dei locali e degli spazi didattici, della custodia, della sorveglianza e controllo degli accessi, della pulizia dei locali e dei beni del parco e delle pertinenze, di visite guidate e attività didattiche, di promozione e valorizzazione del sito. Un lavoro molto complesso che, probabilmente, ha spaventato gli imprenditori.
 
Eppure si trattava di promuovere una delle aree archeologiche più importanti d'Europa: gli scavi, infatti, documentano la presenza di un'antichissima civiltà sulle sponde del fiume Sarno, quella dei Sarrastri, precedente anche agli insediamenti di Pompei e Ercolano. Per salvare il tesoro di Longola, nel 2000 fu modificato il progetto di costruzione del depuratore del fiume. Poi anni di oblio ma anche di battaglie di associazioni e cittadini, fino al finanziamento regionale per realizzare il parco. Qualche anno fa, infatti, ci fu una battaglia contro l'interramento degli scavi: il sito fu anche occupato per qualche giorno dai cittadini e dalle associazioni che si occupano di archeologia. Fu coinvolta la Regione e la Soprintendenza di Pompei e furono accesi i riflettori sul destino degli scavi di Poggiomarino. Poi la svolta, con un bando regionale e un successivo finanziamento di oltre tre milioni. Costruito il parco, ora nessuno vuole gestirlo, nonostante la presenza di un'area di verde attrezzato con giochi, orto didattico, percorsi olfattivi, capanno per il birdwatching e zona pic-nic. Paradossalmente, è proprio l'area espositiva dei reperti ad essere piuttosto ridotta, mentre più ampia è la zona ludica.

Sul bando andato deserto, l'opposizione a Poggiomarino attacca ora a testa bassa l'amministrazione guidata dal sindaco Leo Annunziata: «Quello che doveva essere un parco archeologico unico nel suo genere, il fiore all'occhiello dell'offerta turistica vesuviana, è stato il nuovo fallimento dell'amministrazione Annunziata. Purtroppo nessuno è risultato interessato a partecipare ad un bando che non presentava nessuna garanzia di recupero», spiega l'associazione Centrodestra Poggiomarino, che raggruppa parte della minoranza. La maggioranza, però, non demorde. Sui social network il presidente della commissione lavori pubblici, Roberto Raffaele Giugliano, spiega: «Ci sono soluzioni alternative. Quel bando è stato voluto dai burocrati della Soprintendenza, si sapeva (e si sperava) che andasse deserto perché impraticabile. Abbiamo perso tempo, vediamo adesso di creare qualcosa di nostro, più corrispondente agli interessi della città e della cultura». Allo studio ci sarebbe una gestione diretta del Comune, insieme con le associazioni, forse l'unica strada rimasta ora che i privati si sono defilati. Resta il fatto che ora i tempi per la valorizzazione di Longola si allungano ulteriormente.