Ville vesuviane in rovina: i gioielli del Miglio d'oro ingabbiati e dimenticati

Ville vesuviane in rovina: i gioielli del Miglio d'oro ingabbiati e dimenticati
di Carla Cataldo
Martedì 28 Luglio 2020, 09:30
5 Minuti di Lettura

Ai piedi del Vesuvio, tra il mare e il vulcano, c'è un tesoro in rovina. Un chilometro e mezzo di storia che parte dalla stazione di Pietrarsa e arriva fino alle porte di Torre del Greco. Si chiama Miglio d'Oro, un lembo di terra intriso si bellezza e dimore senza tempo. Ville storiche dipinte di rosso pompeiano e scorci mozzafiato. Tanto, forse pure troppo. Al punto che la bellezza è diventata un peso, un macigno da raccogliere tra le macerie dell'ennesimo crollo. E così, tra burocrazia, pochi fondi e progetti dimenticati nei cassetti, alcune di queste ville sono abbandonate. Dimore del 1700 confinate in un limbo di degrado e silenzio da decenni. C'è il palazzo storico che fu occupato dai terremotati e che oggi cade a pezzi. C'è una villa fantasma che non si può vedere, perchè da 20 anni è nascosta da un'impalcatura. C'è la casa della regina che rischia di crollare da un momento all'altro. C'è la villa con vista sul mare saccheggiata dai vandali. Tutto in quel lembo d'asfalto dove la storia e la bellezza sembrano un peso più che un'opportunità di riscatto.



Il viaggio tra le dimore dimenticate comincia a due passi dal confine tra Ercolano e Torre del Greco. Qui c'è una villa maestosa tenuta insieme da reti e impalcature. Si chiama villa Matarazzo. È abbandonata da quasi 30 anni. Durante il terremoto divenne la casa degli sfollati. Poi il nulla. La villa, donata dagli eredi dei proprietari, doveva diventare un centro sanitario. Il progetto, nell'eterno valzer di responsabilità tra vari enti, non è mai stato realizzato. E quella dimora che oggi è nascosta da un mare di erbacce resta ostaggio dell'abbandono. Ma è solo l'inizio. A 200 metri di distanza c'è un'altra dimora maestosa che cade a pezzi. Si chiama Villa Favorita ed è senza dubbio il diamante più prezioso della collezione. Un immobile enorme costruito da Ferdinando Fuga e acquistato da Ferdinando di Borbone nel 1792. È una delle più imponenti e maestose ville vesuviane. Nonostante il restauro della facciata esterna, all'interno la villa è in condizioni precarie, tenuta in piedi da sostegni e catene di ferro. Negli anni scorsi fu promosso un bando per affittarla ai privati. Ma nessuno rispose. Per restaurarla servirebbero quasi 10 milioni di euro. Il 13 novembre del 2019 è crollata una parte della facciata esterna della villa. L'area è stata messa in sicurezza ma di progetti concreti per il rilancio non c'è nemmeno l'ombra.



Ai piedi di via Pugliano, invece, c'è un immobile di epoca borbonica nascosta da una enorme impalcatura. Si chiama palazzo Capracotta e doveva diventare la sede del museo del vintage. È abbandonato da 20 anni. Negli ultimi tempi i tubi di ferro affittati dal Comune di Ercolano per evitare i crolli sono stati saccheggiati dai ladri. Ma a corso Resina c'è un'altra villa storica abbandonata. È palazzo Tarascone. Un immobile del 700 completamente inagibile e abbandonato. Gli affreschi storici sono stati danneggiati e la situazione di pericolo crollo ha coinvolto anche via Cuparella, strada adiacente al palazzo nella quale si trova una scuola. Un altro simbolo del degrado in cui versa la bellezza sotto il Vesuvio si trova a Portici e affaccia sul molo Granatello. Villa d'Elboeuf è la prima villa vesuviana in ordine di costruzione. Abbandonata da decenni è stata oggetto di progetti mai realizzati per il suo rilancio. Nel frattempo i vandali l'hanno saccheggiata di ogni bene, comprese le ringhiere di ferro. Nel febbraio 2014 una parte della villa è crollata sui binari della ferrovia adiacente portando alla paralisi del servizio per diversi mesi. Ad oggi non è chiaro il destino della struttura. A chiudere il cerchio villa Lancellotti, a corso Garibaldi, ancora a Portici. Nel 2011 la facciata esterna dell'immobile è crollata in strada. Solo grazie a un miracolo è stata evitata una strage. Oggi l'immobile è stato messo in sicurezza da impalcature e travi. Ma resta sfregiato e vuoto.



E ancora villa Ruggiero, a Ercolano, sede della biblioteca comunale dove qualche giorno fa è stato registrato il crollo di alcuni calcinacci. Dietro la bellezza dimenticata però ci sono tanti problemi. Quel patrimonio inestimabile, infatti, appartiene in gran parte ai privati. Oltre 700 diversi proprietari che hanno abbandonato quelle strutture. Un concetto ribadito dai vertici dell'Ente ville che da tempo combattono per rilanciare e valorizzare le dimore dimenticate del Miglio d'Oro. «A noi compete la gestione di alcune ville», spiega Gianluca Del Mastro, presidente della Fondazione ville vesuviane: «Ce ne sono un centinaio, la gran parte appartengono ai privati che se ne disinteressano completamente.

Queste ville andrebbero acquisite al patrimonio dell'ente ma sarebbe uno sforzo economico enorme». Più «fortunata» villa Favorita: «C'è un discorso aperto - dice Del Mastro - tra demanio e ministero per un progetto di rivalutazione, come già avvenuto per il parco inferiore». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA