Napoli, parla il 15enne ferito dal branco: «Schiaffo al mio amico, poi le coltellate»

Napoli, parla il 15enne ferito dal branco: «Schiaffo al mio amico, poi le coltellate»
di Cristina Liguori
Martedì 21 Gennaio 2020, 23:30 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 11:02
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Ha ancora il volto spaventato. L’espressione di chi ha capito di averla scampata davvero per un pelo. Nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Giuliano di Giugliano è un via vai di parenti e amici. Un nutrito gruppo di persone che sono tutte lì per lui, per dargli forza e coraggio. Accerchiato dall’amore di mamma, papà, sorella e familiari, Luigi racconta con lucidità quanto gli è accaduto l’altra sera. 

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Come stai? 
«Sto meglio, rispetto a ieri sto meglio». 

Ti sei spaventato?
«Sì, quando ho visto il sangue».

Ci vuoi raccontare quello che è successo? 
«Sono sceso con i miei amici a via Toledo. Eravamo in dieci, poi siamo arrivati a piazza Plebiscito. Lì si avvicinano tre ragazzi che ci chiedono di dove siamo. Noi gli rispondiamo fin quando uno dei tre, un po’ più grosso, dà uno schiaffo ad un mio amico. È così hanno cominciato a litigare. Poi un altro ragazzo mi è venuto addosso. Mentre ci stiamo azzuffando alle mie spalle arriva un altro ragazzo. In quel momento mi dà quattro coltellate, due al fianco e due alla schiena. Io però all’inizio non mi ero accorto che erano coltellate. Non avevo neanche sentito tutto questo dolore. Non mi ero accorto veramente di nulla. Poi in mezzo alla strada ho visto il sangue che scorreva. Ho alzato la maglietta e stavo tutto pieno di sangue». 

Che cosa hai pensato in quel momento?
«Che dovevo correre in ospedale».

Perché quando te ne sei accorto non hai chiamato subito i soccorsi?
«Non lo so. Volevo tornare solo a casa. Era il mio unico pensiero».

Poi dove sei andato?
«Dopo la rissa siamo andati da piazza Plebiscito a via Toledo, ho preso la metro fino ai Colli Aminei, poi da lì l’autobus fino a Marano. E poi ho chiamato la mamma della mia ragazza. Ho chiesto che mi venissero a prendere perché non ce la facevo più a quel punto». 

Come ti sentivi? 
«Quando ho visto il sangue mi si è annebbiata la vista. Mi girava la testa. Mi hanno preso una bottiglia d’acqua e mi hanno fatto bere e mi sono ripreso». 

Sapresti riconoscere chi ti ha aggredito?
«No, solo forse quello un po’ più grosso».

Cosa ti aspetti adesso?
«Che si faccia giustizia e che si trovino quei tre ragazzi».
 


A chiedere giustizia sono anche la mamma e il papà. I parenti vogliono soprattutto che venga fatta luce sull’episodio. «Non deve accadere mai più una cosa del genere - spiega la zia - Adesso basta davvero. Chi ha visto parli. Mio nipote è salvo per miracolo». Sotto choc i genitori di Luigi. Da lunedì sera vivono un incubo. Mai si aspettavano potesse accadere una cosa del genere. Ciò che colpisce di più però è che nessuno si sia occupato del giovane che ha percorso un lungo tratto di strada tutto sporco di sangue. «Com’è possibile che nessuno si sia fermato - si chiede la zia - Vedono un ragazzo per strada pieno di sangue e non lo aiutano». Per fortuna Luigi, insieme agli amici, è riuscito ad arrivare a Marano. Al telefono non ha detto di essere stato accoltellato ma di aver essere stato vittima di un incidente stradale per non far preoccupare i genitori. 

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