Napoli: 30esimo anniversario della Dia, inaugurato a Scampia murale di Falcone e Borsellino

Napoli: 30esimo anniversario della Dia, inaugurato a Scampia murale di Falcone e Borsellino
di Emiliano Caliendo
Giovedì 21 Aprile 2022, 18:23
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Centinaia di studenti di una decina di scuole hanno festeggiato questa mattina l’inaugurazione di un murale dedicato alla memoria dei magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino presso lo stadio comunale Antonio Landieri di Scampia. L’evento ha costituito l’ultimo appuntamento della rassegna «Antimafia Itinerante» svoltasi questa settimana attraverso mostre e convegni nell’ambito delle celebrazioni per il 30° anniversario della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Le scolaresche hanno poi gremito la tribuna dell’impianto sportivo per assistere ad un triangolare calcistico. «I trent’anni della Dia – afferma il direttore della Dia Maurizio Vallone presente all’evento - rappresentano sicuramente un bilancio positivo: tantissime cooperazioni, migliaia di arresti, intere organizzazioni smantellate, Cosa Nostra ridimensionata nel suo ruolo di principale organizzazione mafiosa italiana. Questo non basta perché le mafie si rigenerano e mutano. Oggi quindi dobbiamo far sì, e questi ragazzi ne sono la testimonianza, che il ruolo che assumono le nuove generazioni nella società è quello di essere parte attiva, e non più spettatori, nel contrasto alla criminalità organizzata. I giovani non devono voltarsi da un’altra parte. Devono essere testimoni non di giustizia ma di legalità. Se riusciremo ad ottenere ciò, questa sarà l’ultima generazione delle mafie».

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La Dia nacque proprio per intuizione del giudice Falcone, ritratto insieme a Borsellino nell’opera dell’artista Alex Shot, che riprende una storica foto scattata pochi mesi prima che i due giudici fossero uccisi dalla mafia corleonese. A sottolineare l’importanza della cooperazione tra le forze di polizia e le autorità di pubblica sicurezza c’è stata la presenza del questore Alessandro Giuliano, il prefetto Claudio Palomba e l’assessore alla sicurezza e alla legalità del Comune di Napoli Antonio De Iesu.

Il direttore Vallone ha dunque spiegato come la lotta alle mafie passa dalla collaborazione tra più istituzioni: «Oggi abbiamo un panorama legislativo estremamente ampio che ci consente di contrastare le organizzazioni mafiose su più aspetti. Dalla prevenzione amministrativa dei prefetti con le interdittive antimafia a quella giudiziaria attraverso i sequestri dei patrimoni mafiosi, alle indagini giudiziarie che ci consentono di arrestare e disarticolare le organizzazioni mafiose. Senza dimenticare le relazioni internazionali: oggi fondamentali perché le mafie sono transnazionali e quelle straniere spesso agiscono in Italia in alleanza con le mafie nostrane. Soltanto attraverso una grande rete internazionale di organizzazioni di polizia che contrastano efficacemente le organizzazioni criminali possiamo ottenere il risultato di debellarle sul piano globale». Scampia, dunque, almeno per un giorno torna al centro e dimentica di essere periferia. «Questo quartiere – conclude Vallone - non è periferia di nessuno. Piazza Plebiscito è periferia di Scampia, come Scampia è periferia di Fuorigrotta. Sono tutti centri e periferie allo stesso tempo. L’importante è che ogni zona riceva la giusta attenzione da parte delle autorità politiche e di polizia. Per un quartiere importante come questo, purtroppo danneggiato da certe soap opera e da certe fiction, è fondamentale la nostra presenza qui per ribadire che è il centro della nostra attenzione investigativa».

L’idea di un murale per la legalità nasce da Nunzio Marigliano, storico attivista per il sociale del quartiere Scampia. «L’iniziativa – racconta con orgoglio Marigliano - è partita circa un anno fa grazie a Ciro Corona dell’associazione (R)esistenza Anticamorra e a Don Aniello Manganiello che hanno sposato la mia idea. Un anno abbastanza lungo per la burocrazia ma ne è valsa la pena perché il murale è un’opera d’arte». Lo stadio Landieri, che porta il nome di una vittima innocente di camorra, diventa dunque «un simbolo di legalità per i tanti giovani che lo frequentano». Soddisfatto anche Ciro Corona dell’associazione (R)esistenza Anticamorra, attivista anticamorra da sempre in prima linea sul territorio nel contrasto all’illegalità: «Oggi riportiamo lo Stato a Scampia. Ogni giorno con le forze dell’ordine abbiamo imparato a fare rete ma non basta. Finché ci sarà questo campo alle nostre spalle senza autorizzazione, finché l’Officina delle Culture Gelsomina Verde sarà abusiva, finché il Gridas sarà sotto sfratto, finché l’università non aprirà, non servirà questo tipo di Stato. Serve un impegno concreto». Per Corona con l’apertura dell’università «nell’immaginario collettivo questo quartiere sarà associato ai libri e non più alle pistole». Corona ricorda che il murale è stato realizzato non solo fuori lo stadio, ma anche all’esterno della scuola media Sandro Pertini «affinché Falcone e Borsellino siano la prima e l’ultima cosa che i ragazzi vedano quando entrano ed escono dall’istituto, in modo da potersi chiedere chi fossero quelle due persone». La speranza è che presto Scampia possa essere considerato un quartiere nomale: «Gomorra – aggiunge Ciro - purtroppo ha annullato un lavoro decennale di decostruzione dei modelli camorristici. Oggi Scampia è un altro quartiere, liberato dalle piazze di spaccio. Non è ancora il quartiere dello Stato ma non è più nemmeno il quartiere della camorra. Oggi c’è un braccio di ferro tra quel che resta della camorra e il più grande laboratorio sociale d’Europa».

Si è prodigato per la realizzazione del disegno padre Aniello Manganiello, già parroco di Scampia per 16 anni, dove è tornato da poco più di un anno dopo un periodo a Roma. «Il murale - afferma il prete - può dare motivazione a riprenderci quanto abbiamo lasciato dopo due anni di covid. Le nuove generazioni devono capire che la legalità conviene. Man mano che crescono tanti giovani si accorgono che la mancanza di legalità nel nostro territorio li ha sfavoriti e danneggiati. Tocca quindi a noi adulti oggi far camminare le idee di Falcone e Borsellino sulle nostre gambe, rendendole concrete. Insieme alle operazioni di polizia serve un grande lavoro a livello educativo e a livello economico, incentivando l’occupazione. La malapianta della criminalità organizzata si nutre di tre tipi di concime: la sottocultura, la povertà e la disoccupazione. In questi anni le associazioni hanno fatto tanto e le forze dell’ordine hanno fatto la loro parte. Aspettiamo che lo Stato ci dia un segnale a livello occupazionale ma che soprattutto intervenga laddove la camorra continua a portare avanti la sua attività». La cornice di giornata dello stadio Landieri vive però una fase di impasse burocratica in attesa dei lavori di ristrutturazione «inspiegabilmente fermi», è quanto denuncia la consigliera regionale del gruppo misto Maria Muscarà: «Questa è la palestra della legalità dove i ragazzi di Scampia imparano la correttezza attraverso la pratica dell’attività sportiva che riportano poi nella vita sociale. Quest’attività viene ostacolata purtroppo: fino a poco tempo fa i genitori non riuscivano a far entrare i propri figli in questo stadio perché mancava l’illuminazione. I soldi ci sono, li abbiamo trovati due anni fa, grazie ad una ricerca di fondi portata avanti insieme alle associazioni e conclusasi con un accordo con l’ex ministro Spadafora. Non si sa perché i lavori di ristrutturazione dell’impianto sono fermi. La legalità va praticata nel giornaliero altrimenti non serve a nulla».

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