Sorrento, muore dopo intervento a milza sana: medici e radiologa rischiano processo

SORRENTO. Rischano il processo i due chirurghi e la radiologa dell’ospedale di Sorrento coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Elena Migliozzi, la 77enne di Gragnano deceduta a settembre 2015 dopo un’operazione alla milza. La Procura di Torre Annunziata ha chiesto il rinvio a giudizio per Pietro Gnarra e Loris Tango, rispettivamente primario e medico in servizio presso l’unità di Chirugia, e Chiara D’Errico, membro del team di Radiologia. Stralciata la posizione di Lucio Vitale, primario di Radiologia inizialmente coinvolto nell’inchiesta. L'udienza preliminare è stata fissata per il 15 febbraio 2018 davanti al giudice Antonio Fiorentino.
 
La vicenda risale al 10 settembre 2015, quando Migliozzi viene ricoverata prima nell’ospedale di Vico Equense e poi in quello di Sorrento per un ematoma alla gamba sinistra. Dagli esami diagnostici sembra emergere una presunta lesione della milza. A quel punto la 77enne, che perde sangue dalla gamba già da un giorno e mezzo, viene operata. In sala operatoria arriva la sorpresa: i medici si accorgono che la milza è intatta. Migliozzi, affetta da pregressi problemi di salute, viene infine trasferita in Rianimazione dove il 13 settembre le sue condizioni si aggravano fino alla morte.
 
Dopo la denuncia presentata dal figlio dell’anziana, scatta l’inchiesta. I carabinieri di Sorrento, agli ordini del capitano Marco La Rovere, acquisiscono la cartella clinica e successivamente notificano un avviso di garanzia ai quattro medici coinvolti. L’ipotesi di reato? Omicidio colposo. All’esito dell’autopsia, l’esperto nominato dalla Procura parla di «evidente errore diagnostico» e chiarisce che «i medici dell’ospedale di Sorrento hanno una responsabilità negli eventi che portarono alla morte» della paziente, avendo agito «senza la dovuta prudenza, diligenza e perizia». Di qui la richiesta di rinvio a giudizio, ma solo per tre dei quattro indagati: a carico del radiologo Vitale, infatti,  la Procura non ha riscontrato «elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio».

Sulla vicenda interviene anche Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione regionale Sanità: «Se gli indagati per la morte della signora operata alla milza sana fossero rinviati a giudizio, la Regione dovrà costituirsi parte civile perché gli errori commessi dai singoli ricadono sull’intera sanità campana. Quindi, qualora fossero accertate responsabilità, è giusto che, al di là del licenziamento, i medici siano anche costretti a pagare i danni arrecati all’immagine di tutti quegli operatori della sanità che fanno del loro meglio per offrire servizi d’eccellenza nonostante le innegabili carenze e difficoltà». Secondo il consigliere regionale dei Verdi, infine, «nell’opera di rivoluzione nella sanità campana deve passare anche il principio in base al quale chi sbaglia paga per gli errori fatti» .