I familiari dei ragazzi di Torre del Greco: «Ponte Morandi, a Genova sarà una passerella. Non ci andiamo»

I familiari dei ragazzi di Torre del Greco: «Ponte Morandi, a Genova sarà una passerella. Non ci andiamo»
di Francesca Mari
Sabato 10 Agosto 2019, 09:38 - Ultimo agg. 11 Agosto, 10:53
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Non saranno a Genova per commemorare le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi il prossimo 14 agosto, ma a resteranno a Torre del Greco, dove già vollero salutare i propri figli disertando i funerali di Stato. I familiari di Giovanni Battiloro, Matteo Bertonati, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione, i quattro amici tra i 19 e i 29 anni che alle 11.36 del 14 agosto di un anno fa morirono nel crollo del ponte Morandi mentre erano in viaggio verso la Spagna, hanno scelto di non partecipare alla cerimonia ufficiale a Genova alla quale prenderà parte anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
 
Tra tutti, chi denuncia a gran voce «l'omicidio di Stato» è il papà di Giovanni, l'operatore Rai Roberto Battiloro, che fin dal principio si sta battendo per avere giustizia e conoscere la verità; Roberto si è costituito parte civile nel processo perché siano puniti i responsabili e non ha accettato alcun risarcimento. Gli altri familiari sono chiusi nel loro dolore e fanno sapere di non avere la forza di sostenere «battaglie». Tutti, comunque, hanno deciso di non andare a Genova, a una cerimonia che potrebbe trasformarsi in una «passerella politica». Come i familiari di Matteo Bertonati, il chitarrista del gruppo che nell'ultimo video realizzato in auto da Giovanni Battiloro, suonava la chitarra. Ad aprile scorso sua sorella Leri aveva scritto una struggente lettera, pubblicata dal Mattino, in cui urlava il suo dolore. «Sento parlare di colpe - scriveva- e di giustizia. Io personalmente della giustizia non me ne faccio niente, io la giustizia non la voglio. Qualunque pena sconterà chi è colpevole di questa tragedia non mi ridarà mio fratello e i suoi migliori amici, non mi ridarà i loro sorrisi e loro sogni». E di questa idea sono rimasti oggi. «Restiamo a Torre - dice il fratello Salvatore Bertonati- perché vogliamo commemorare i nostri cari lontano da caos e clamore. Vogliamo stare con gli amici intimi. A fare giustizia ci sono gli organi preposti, non abbiamo voglia».

Per il prossimo 14 agosto a Torre del Greco è prevista una giornata di lutto. Il sindaco Giovanni Palomba ha firmato un'ordinanza per «manifestare in modo solenne il cordoglio della città e stringersi al dolore delle famiglie dei defunti». Un minuto di raccoglimento sarà osservato nei luoghi di lavoro dalle 11.36 alle 11.37; gli edifici pubblici esporranno le bandiere a mezz'asta. Per quel giorno un gruppo di amici dei quattro giovani ha organizzato un flash mob, saranno esposti tra il palazzo di città e piazza Santa Croce quattro dipinti raffiguranti i volti delle vittime, realizzati gratuitamente da due artisti campani, Pem Art (Antonella Magliano e Paolo Petrarca). Seguirà l'accensione di 43 lanterne per ricordare tutte le vittime della tragedia, mentre Raimondo Esposito direttore della banda Atcm di Torre del Greco eseguirà il Silenzio.

«La nostra speranza è che questi dipinti restino permanentemente esposti - dice Toto Toralbo, amico storico dei quattro ragazzi - per coltivare la memoria dei nostri amici. Torre del Greco non vuole dimenticare. I giovani che ci hanno lasciato quel maledetto giorno hanno ancora tanti amici, tante persone che li amano. Noi con questa azione ribadiamo che l'intera città è al fianco delle famiglie per avere giustizia e rispetto, cosa che non abbiamo più visto né nello Stato né nella magistratura, né nelle lobby coinvolte in questa vicenda».
Alle 19 nella chiesa del Sacro Cuore in via Cappella Bianchini, dove vivevano i due cugini Antonio Stanzione e Gerardo Esposito, sarà celebrata la messa. Probabile che ci sarà anche il cardinale Crescenzio Sepe, che il 17 agosto di un anno fa celebrò nella basilica di Santa Croce i funerali dei ragazzi parlando di «grave errore umano».
 

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