Pestarono Gaetano, il pm ottiene il giudizio immediato per nove minorenni

Pestarono Gaetano, il pm ottiene il giudizio immediato per nove minorenni
di Viviana Lanza
Martedì 20 Marzo 2018, 08:28 - Ultimo agg. 09:35
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Il 12 gennaio scorso erano in nove contro uno, un branco alla ricerca di un pretesto futile per dare sfogo alla violenza fine a se stessa. Agirono davanti alla metropolitana di Chiaiano. Ridussero Gaetano, uno studente di quindici anni, in gravi condizioni con la milza completamente spappolata. A giugno prossimo saranno già davanti ai giudici del tribunale. Per i nove minorenni accusati di lesioni gravissime, con l'aggravante dei motivi futili e dell'essere stati in tanti contro uno, il pubblico ministero Emilia Galante Sorrentino ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. La prima udienza del processo è fissata per il primo giugno. Troppo evidenti le prove secondo l'accusa, e certe le responsabilità degli aggressori che hanno tra i 13 e i 17 anni. Da circa un mese in sette sono in una comunità e due alla permanenza in casa. Devono rispondere non solo della brutale aggressione a Gaetano, ma anche delle percosse ai due cugini che erano con lui e delle minacce di morte rivolte a una delle vittime che riuscì a fuggire e trovare riparo in un bar. Accadde tutto in un venerdì pomeriggio di pieno inverno.
 
Il 12 gennaio. Gaetano e i suoi amici erano usciti dalla metropolitana di Chiaiano. Avevano appena superato i tornelli. Si imbatterono in un gruppo di ragazzi appostati davanti a una delle due porte di uscita della metro. Uno del branco confesserà poi agli inquirenti che erano lì con l'intenzione di «dare fastidio», «creare la rissa». Cercavano soltanto una vittima, insomma, qualcuno su cui scaricare violenza per sentirsi più forti. Quando videro Gaetano e i due amici pensarono di avvicinarli. Bastò poco, pochissimo, per venire alle mani. E.M, di 15 anni, avvicinò Gaetano e i due ragazzi che erano con lui. «Di dove sei?» chiese. Ma era solo un pretesto. A quel punto avanzarono anche gli altri del branco. R.S., M.V., U.A., e A.D.V., tutti tra i 15 e i 16 anni, cominciarono a picchiare mentre qualcun altro del gruppo se ne stava a guardare. Calci e pugni. Piegarono Gaetano a terra. La vittima provò a crearsi un varco per la fuga ma uno degli aggressori lo trattenne con un calcio assestato con forza, di cui si vantò pure con i complici quando tutti insieme si ritrovarono a commentare l'aggressione messa in atto. «Nessuno intervenne in aiuto del malcapitato» lo ha raccontato uno degli aggressori e lo hanno confermato anche le vittime. Mentre Gaetano era ostaggio degli aggressori, i due amici riuscirono a darsi alla fuga. Uno di loro corse più veloce che poteva verso il bar più vicino mentre chi lo inseguiva gli urlava minacce di morte. «Prendetelo, dobbiamo ucciderlo». Furono minuti di violenza pura. Alcuni degli aggressori addirittura si vantarono di aver ridotto in fin di vita un loro coetaneo, salvo poi cambiare atteggiamento quando si diffuse la notizia che la vittima era in gravi condizioni e che c'erano telecamere che avevano ripreso alcune sequenze del raid. Alcuni si presentarono spontaneamente agli investigatori, hanno poi reso dichiarazioni agli inquirenti confessando la dinamica dei fatti. Agghiacciante il racconto del pestaggio, ricostruito dagli agenti della polizia al termine di indagini che presto porteranno i nove minorenni davanti ai giudici. Giudizio immediato per loro. La Procura ha accelerato sui tempi del dibattimento. Vuol dire che anche la sentenza arriverà in tempi brevi. Intanto entro quindici giorni i nove imputati dovranno decidere se ricorrere o meno al rito abbreviato. Sono difesi, tra gli altri, dai penalisti Giovanni Rendina, Carmine Ippolito, Luca Gili, Antonella Regine, Anita Salzano.
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