Napoli, a Mergellina arrivano le strisce pedonali umane: «Qui si muore per attraversare»

Nuovo flash mob in via Piedigrotta, dove una donna è stata travolta e uccisa

Il flash mob a Mergellina
Il flash mob a Mergellina
di Alessio Liberini
Giovedì 23 Febbraio 2023, 23:48 - Ultimo agg. 23:51
4 Minuti di Lettura

«Questo non è uno scherzo. Qui la gente muore» spiega un cittadino ad un centauro inferocito. Altri automobilisti, dopo aver inveito in tutti i modi sugli attivisti, tentano persino di investire qualche pedone colpevole soltanto di voler attraversare la carreggiata sulle strisce pedonali. Un’azione normale che purtroppo a Napoli è tutto meno che scontata. Per capirlo basta vedere la cronaca cittadina dove gli incidenti stradali, anche mortali, restano purtroppo all’ordine del giorno in quasi ogni quartiere. 

Stavolta, dopo il flash-mob dello scorso gennaio all’esterno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la rete composta da associazioni ambientaliste e pro-bici ha fatto tappa a Mergellina, inscenando una nuova iniziativa di sensibilizzazione lungo l’attraversamento pedonale di via Piedigrotta, lo stesso dove solo lo scorso ottobre ha perso la vita Alessandra Navarra, una donna di 62 anni investita ed uccisa - in pieno giorno - da un'automobilista che l'ha travolta.

Ma, purtroppo, non si tratta di un caso isolato dal momento che solo negli ultimi mesi, in quello che alcuni ormai definiscono il «triangolo della morte tra piazza Sannazaro, Piedigrotta e Mergellina», le vittime della strada sono state addirittura tre.

 

Così, nel tardo pomeriggio di giovedì 23 febbraio, armati di striscioni, bici, cartelli e pettorine catarifrangenti (vista anche la scarsissima illuminazione presente nella zona), circa 50 attivisti sono tornati a realizzare le “strisce pedonali umane”, in contemporanea con analoghe iniziative svolte in diverse città italiane, per aiutare i cittadini ad attraversare la strada posta a ridosso della Galleria Quattro giornate.

«Salviamo Mergellina» è difatti l’appello dei promotori del flash-mob che chiedono all’amministrazione comunale uno sprint per aprire la pista ciclabile di Salita della Grotta. Dove, paradossalmente, i lavori sono stati praticamente ultimati da mesi - manca solo la segnaletica - eppure resta inaccessibile ai ciclisti che continuano a rischiare la vita utilizzando la bici lungo «percorsi alternativi e pericolosi». Nel mentre all’ingresso della Galleria persistere la copertura in tubi innocenti - realizzata lo scorso anno per i lavori - che ora, denunciano i ciclisti, è diventata un vero e proprio «coacervo di rifiuti e degrado che invadono anche gli spazi della pista ciclabile».  

Video

«Siamo qui perché serve più sicurezza nelle strade – spiega Luca Simeone, il Bicycle Mayor di Napoli, letteralmente il sindaco della bicicletta – solo in questa zona, dove poco tempo fa è stata uccisa una donna da un pirata della strada, manca una giusta illuminazione, non c’è un semaforo per i pedoni ed è difficoltoso persino attraversare sulle strisce pedonali. Questo è il terzo mondo noi vogliamo, invece, una città diversa e ci battiamo per una Napoli che sia finalmente a misura d’uomo».

«Non è un problema solo dei ciclisti – chiarisce Simeone, osservando anche la vicina stazione della metropolitana – oggi con noi ci sono tanti abitanti del quartiere. Vorremmo sapere il Comune di Napoli cosa pensa sui temi della mobilità sostenibile, della qualità dell’aria che respiriamo e in generale del rispetto che chiedono a gran voce i suoi cittadini: quello che denunciamo è la scarsa qualità della vita perché è palese che non si riesce a garantire la sicurezza in strada».

Per il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli (presente al sit-in), bisogna però partire da un presupposto di «civiltà».  «Le mancanze che ci sono – racconta Borrelli – non autorizzano nessuno a correre a tutta velocità per buttare sotto la gente è pertanto opportuno cercare di risvegliare anche una coscienza civica tra i cittadini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA