Petr Davydtchenko a Napoli: è un attivista russo contro le corporazioni farmaceutiche

Petr Davydtchenko a Napoli: è un attivista russo contro le corporazioni farmaceutiche
di Giovanni Chianelli
Martedì 3 Agosto 2021, 10:35 - Ultimo agg. 13:01
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L’anno scorso ha mangiato un pipistrello vivo davanti all’Altare della patria. Voleva dimostrare che quella dei vaccini non è l’unica via alla lotta al Covid-19 che la ricerca di nuove strade alla liberazione dal contagio potrebbe essere di grande aiuto per i paesi più poveri. Petr Davydtchenko, 34 anni, è un artista russo che da tempo crea performance estreme: in passato ha trascorso 3 anni in Francia cibandosi solo di animali investiti dalle auto che trovava sul ciglio delle strade, sempre per indicare una strada alternativa al monopolio dei cibi controllati dalle grandi corporazioni. Nato ad Arzamas-16, città militare chiusa della Russia europea centro-orientale, negli ultimi 5 anni con il supporto dell’organizzazione artistica londinese a/political ha sviluppato i suoi progetti presso The Foundry, in Francia, a Maubourguet. Da un anno e e mezzo la sua ricerca si è concentrata sul virus. Dopo aver esposto al “BPS22 Museum” di Charleroi (Belgio), a “Palazzo Lucarini Contemporary” di Trevi e allo “Spazio Rivoluzione” di Palermo, in questo periodo è a Napoli per mostrare il video in cui è riassunto il suo progetto, “Perftoran”, in cui mostra il lavoro fatto. 

Ci tiene a dire che non è né no vax né negazionista.

Nella primavera del 2020, anzi, Davydtchenko risulta sintomatico al virus, senza particolari conseguenze. Ma, prevedendo cosa sarebbe successo, si mette alla ricerca di cure alternative. Supportato da una troupe di medici e ricercatori capisce che lo stesso animale da cui era nato il contagio può offrire la soluzione. Ne basta ingerire uno e gli anticorpi si sviluppano presto, e risultano gli stessi di quelli che il vaccino produce. Ci tiene a dire che la sua è una provocazione, ma è un modo per far capire che esistono alternative. Si è anche tatuato la scritta “Pfizer” sulla fronte, a mostrare come quello che il vaccino diffonde sia ormai un segno dei tempi, una lettera scarlatta che, invece, con la ricerca si può anche evitare.

Video

Invia ai grandi della terra, da Donald Trump a Boris Johnson, la sintesi degli anticorpi estratti dal suo personalissimo vaccino, dal nome “Perftoran”. Nel video dice che quello a cui più gli preme mandarlo è l’ex premier Giuseppe Conte – all’epoca della performance ancora in carica – perché l’Italia è il paese più colpito in Europa. Poi arriva all’Altare della patria e qui partono i problemi: la polizia si mette sulle sue tracce. Il giorno dopo lo trovano a Ischia e gli viene notificata una segnalazione. Vive un mese nascosto nelle grotte dell’isola, si nutre di acqua termale e aloe vera, realizzando alcune immagini a testa in giù, proprio ad emulare un pipistrello. Poi va in Slovenia dove ripete la performance davanti al parlamento ma stavolta lo denunciano: maltrattamento di animali, rischia 7 anni di carcere.
Eppure non si ferma, la sua battaglia contro i monopoli della case farmaceutiche va avanti. È molto contrario al green pass: «Se è dimostrato che si può riuscire a ottenere gli anticorpi utili a battere il virus non vedo perché sia necessario un documento come il pass sanitario, rilasciato dopo una vaccinazione che non è ancora un metodo sicuro di lotta al contagio». La sua denuncia va verso la mancanza di aiuti da parte del governo per i malati di Covid-19 ed evidenzia la strumentalizzazione della crisi da parte delle multinazionali sulla popolazione mondiale: «Il futuro dell’umanità è nelle mani di corporazioni incontrollate, questo è inammissibile, lotterò contro». Il filmato si conclude con le parole che Davydtchenko cita dal discorso del Ceo della Pfizer, Albert Bourla: «Verrà il giorno in cui l’umanità sarà capace di dire a sé stessa che questo è il giorno. Un grande giorno per la gente. Un giorno di liberazione».

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