Abiti per i poveri nelle campane, a Napoli 10 raid al giorno

Abiti per i poveri nelle campane, a Napoli 10 raid al giorno
di Gennaro Di Biase
Domenica 2 Giugno 2019, 09:00
3 Minuti di Lettura
Vanno a ruba gli abiti usati. Letteralmente. Sono ben seicento i contenitori per la raccolta di indumenti usati destinati al riciclo sparpagliati per tutte le dieci municipalità di Napoli, e sono «oltre 10 le segnalazioni ricevute ogni giorno per furti o danni alle campane», come avvisa l'assessore comunale all'Ambiente Raffaele Del Giudice.
 
Il fenomeno del mercato nero dei vestiti vecchi è di certo un effetto collaterale della povertà sociale, ma è anche causa di danni «economici e ambientali». L'ultimo episodio risale a ieri: siamo a San Giacomo dei Capri, un ventottenne di origine romena viene sorpreso dai carabinieri di Marianella mentre è infilato in una delle tante campane del quartiere Arenella. Di fianco al contenitore, l'uomo aveva ammucchiato un guardaroba già pronto per essere rivenduto, per esempio, nel mercatino che va in scena ogni giorno davanti alla stazione gioiello della metro di Garibaldi. Glamour in galleria e miseria in piazza. Shopping sottoterra e refurtiva dall'altro lato del marciapiede.

Il caso è significativo, ma rappresenta solo uno dei quasi cento furti di abiti che avvengono in città ogni settimana. L'uomo sorpreso in via San Giacomo dei Capri rovistava alla ricerca di abiti buoni da aggiungere alla montagna di vestiti che aveva già accatastato là a pochi metri dal contenitore. I carabinieri lo hanno sorpreso così, gambe all'aria, in flagranza di reato, lo hanno identificato e denunciato prima che maglioni, pantaloni, cappotti e magliette subito sequestrati finissero sul mercato nero. Già: esiste anche questo fenomeno, è bello esteso e costituisce un danno economico non del tutto trascurabile per la città. I soldi incassati dal riciclo, infatti, vengono reinvestiti da Palazzo San Giacomo in diversi modi, senza contare poi i costi di riparazione e manutenzione delle seicento campane distribuite in tutti i quartieri.

Come dimostra il caso dell'Arenella, gli abiti vengono rubati nelle zone residenziali per essere poi rivenduti nei luoghi di mercato della miseria sociale, come in piazza Garibaldi. Poveri che rubano ai poveri, quindi, dal momento che molti degli indumenti riciclati vengono rigirati dal Comune «a uso di associazioni caritatevoli», spiega Del Giudice. Ogni settimana il mercato nero dei vestiti fa perdere migliaia di euro ai cittadini, stando al numero di segnalazioni di furti o danni ai contenitori che arrivano quotidianamente a Palazzo San Giacomo: «Chiediamo spesso l'intervento delle forze dell'ordine sull'argomento, che ringraziamo. Invito i cittadini a continuare nell'utilizzo delle campane, che sono un sistema virtuoso», continua l'assessore. E non è tutto, perché al danno economico si aggiunge la beffa ambientale: «Gli indumenti trafugati vengono spesso utilizzati per i roghi tossici prosegue Con la diffusione delle campane per la raccolta di indumenti usati si è, almeno in parte, ostacolato il fenomeno. Inoltre, quanto al riciclo, abbiamo attivato un circolo che consente da un lato la distribuzione di vestiti ad associazioni per i poveri, e dall'altro il riutilizzo degli stracci per ditte di pulizia private. In ogni caso, i tentativi di furto sono talmente tanti che siamo stati costretti a modificare le campane sostituendo la botola con un sistema a ruota. L'operazione ha avuto un costo non da poco». Un'altra spesa pubblica messa a rischio dal mercato nero dei poveri, che rubano ai poveri. E non solo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA