Accoltellato ai Baretti per una ragazza. La vittima: «Voglio solo dimenticare»

Accoltellato ai Baretti per una ragazza. La vittima: «Voglio solo dimenticare»
di Melina Chiapparino
Lunedì 25 Gennaio 2016, 08:31
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«Non so dare una risposta in questo momento». Le parole di Domenico De Matteo, il 23enne accoltellato sabato notte a Chiaia dal rivale in amore, Emanuele Colurcio, sono spezzate e pronunciate con un filo di voce. Per il momento non vuol sentire parlare di perdono, né di altro ed è troppo confuso per saper dare una risposta.

Quando gli viene chiesto cosa pensa dell’accaduto e se ha mai pensato di perdonare il 21enne aggressore, Mimmo, come lo chiamano tutti in famiglia, si blocca e dice «non so rispondere, adesso forse è presto». Il giovane, disteso nel letto del reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale «Loreto Mare», è ancora molto sofferente per le profonde ferite causate dalla coltellata che gli ha trafitto l’addome e ci vorrà almeno una settimana affinché i punti di sutura sugli organi interni possano recargli meno fastidio. «Mi sento meglio, all’inizio non riuscivo neanche a parlare - dice Domenico - adesso posso dire qualche frase ma con grande sforzo e non me la sento di parlare di quello che è successo».

Da quando è uscito dalla sala operatoria, sabato notte dopo un’operazione di urgenza per scongiurare il rischio di emorragie dovute al fendente che aveva lesionato alcuni organi, il giovane non ha mai smesso di rivolgere a parenti e amici sorrisi di rassicurazione, anche se il dolore all’addome è ancora troppo forte. Anche ieri, l’ospedale è stato preso quasi d’assalto da numerosi amici che sono andati a trovarlo «per non lasciarlo solo».

«In un momento dove siamo noi a voler dare forza a lui - dice un gruppetto di amici - è stato lui a rassicurarci persino disteso su un letto d’ospedale». Accanto al giovane, la costante presenza di Lina, mamma premurosa e ancora sotto choc per «una vicenda dove Domenico ha rischiato di morire». Per questo i parenti del giovane ribadiscono la «necessità di avere giustizia e di fare in modo che episodi del genere non possano coinvolgere altri ragazzi».
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