Napoli, parla il minorenne accoltellato a Fuorigrotta: «Volevo difendere la mia ragazza, lui ha colpito per uccidermi»

Napoli, parla il minorenne accoltellato a Fuorigrotta: «Volevo difendere la mia ragazza, lui ha colpito per uccidermi»
Mercoledì 15 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 09:45
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«La rabbia è non riuscire a capire il perché di tanta violenza». Questa è la domanda a cui il 17enne accoltellato da un suo coetaneo lunedì pomeriggio non riesce a dare risposta. Dopo la paura e la corsa all’ospedale San Paolo, il pensiero che più degli altri ha preso il sopravvento nella mente di Claudio, che chiamiamo con un nome di fantasia, è «come sia possibile accoltellare qualcuno che non ha fatto nulla». Forse la risposta non arriverà mai, però raccontare ciò che è accaduto è «un invito a non usare mai la violenza».

Claudio, come è stato aggredito?
«Mi trovavo in piazzale Tecchio, poco distante dalla Cumana perché ero stato al McDonald’s con la mia fidanzata e una sua amica. Erano circa le 15.30 quando le ragazze hanno cominciato a fare dei video da mettere sul social “tik-tok”. Loro ballavano e io che ho che ho la passione per la fotografia e lavoro già come videomaker, le riprendevo con il cellulare. Mentre le stavo filmando, è passato accanto a noi un ragazzo e la mia fidanzata con l’amica si sono fermate in attesa che si allontanasse. Invece, quel ragazzo ha cominciato a fare apprezzamenti volgari e a provocarmi».
Cosa è successo esattamente?
«All’inizio il ragazzo ha pronunciato frasi riguardo al fatto che le amiche non dovevano interrompere il balletto poi è passato agli apprezzamenti volgari e io gli ho fatto notare che c’era la mia fidanzata. Gli ho detto di evitare di parlare così e di allontanarsi ma lui ha cominciato a provocarmi, continuando a dire che non gli interessava che lei stesse con me. Nonostante tutto, ero rimasto calmo e cercavo di parlargli ma all’improvviso si è lanciato contro di me e mi ha colpito a una gamba. Subito dopo ha cercato di colpirmi al volto e solo in quel momento mi sono reso conto che impugnava un coltello». 


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Quante volte è stato ferito?
«Mi ha ferito alla gamba, una volta, ma non mi ero reso conto che l’avesse fatto con una lama. Poco prima di aggredirmi, aveva la mano in tasca e non ho avuto il tempo di vedere nulla. Ho sentito un dolore acuto e credevo mi avesse colpito con un pugno. Quando si è avvicinato nuovamente, ha cercato di colpirmi in faccia e ho visto che brandiva un coltello. In quel momento, ho iniziato anche a rendermi conto che stavo sanguinando e, se non fossi scappato, probabilmente mi avrebbe ferito ancora». 
Cosa ha fatto per mettersi in salvo?
«Ricordo che le ragazze piangevano e gridavano all’aggressore di smettere. Ho iniziato a correre anche se ancora non mi spiego dove io abbia preso la forza, perché ricordo di aver scavalcato i tornelli della Cumana e aver chiesto aiuto, sdraiandomi a terra. Ero sfinito e senza forze quando si è avvicinata una signora del personale addetto ai servizi nella stazione e mi ha soccorso, subito dopo è arrivata anche la mia fidanzata e poi mi hanno soccorso con l’ambulanza».

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Ha avuto paura?
«Sì, come è normale averla quando si viene aggrediti e, soprattutto, ne ho avuta quando ho visto che cercava di colpirmi in faccia. In passato, mi sono capitati episodi di contrasto con altri ragazzi ma, alla fine, si è sempre trattato di litigate finite a scazzottate o comunque con confronti a mani nude. Non ero mai stato accoltellato e non avrei mai immaginato che accadesse senza motivo. Quello che voglio dire è che nonostante sia sbagliato, posso arrivare a comprendere un’aggressione per rapinare qualcuno ma nel mio caso, non trovo veramente un senso».
Come si sente ora?

«Da una parte mi sento veramente miracolato, perché sono già a casa, non ho avuto alcun problema fisico e devo solo aspettare che la ferita suturata guarisca. È una fortuna che sia andata così e naturalmente questo vale più di ogni altra cosa. Però sono un ragazzo che si è sempre dato un gran da fare e anche se studio, in questo periodo avevo diversi lavori come videomaker che non potrò realizzare. Di certo, la rabbia più grande è non capire il motivo di un’aggressione per nulla. Ero immobile e gli avevo solo chiesto di non usare certe parole. Voglio dire a tutti i giovani come noi di non usare mai la violenza che è completamente inutile e dannosa».

 

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