Mariarca, uccisa dall'ex marito: confermati 20 anni in appello, triplicati i risarcimenti

Mariarca, uccisa dall'ex marito: confermati 20 anni in appello, triplicati i risarcimenti
di Francesca Mari
Venerdì 13 Dicembre 2019, 09:00
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La Corte d'Appello ha confermato la pena di venti anni per Antonio Ascione, il pizzaiolo che uccise l'ex moglie, Maria Archetta Mennella. La Corte ha anche triplicato i risarcimenti a favore dei figli e dei familiari della vittima. Si chiude così il processo di secondo grado per l'omicidio della mamma 38enne di Torre del Greco uccisa brutalmente a coltellate il 23 luglio del 2017 a Musile di Piave, nel Veneziano, dove la donna si era trasferita per rifarsi una vita. La difesa, salvo ripensamenti, non farà ricorso in Cassazione.

Ieri, dunque, c'è stata la sentenza di Appello, a cui era ricorsa la difesa di Ascione, l'avvocato Giorgio Pietramala. I giudici hanno confermato la sentenza di primo grado. Dopo tre ore di camera di consiglio, la prima sezione penale della Corte d'Assise d'Appello di Venezia, presieduta dal giudice Antonio Liguori, ha pronunciato la sentenza di fronte ad Ascione, recluso nel carcere di Venezia, che ha ascoltato in silenzio il verdetto. La Corte ha confermato le aggravanti delle minacce con il coltello pochi giorni prima dell'omicidio (fatto testimoniato, tra l'altro, da Assia, la figlia maggiore della coppia) e ha confermato anche la minorata difesa (Mariarca è stata assassinata nel sonno). La Corte ha anche respinto il ricorso del pm Raffaele Incardona contro l'esclusione dei futili motivi, che non sono stati riconosciuti per cui la pena non è stata inasprita come chiedevano i familiari di Mariarca.

La sentenza di primo grado è stata invece completamente riformata relativamente agli effetti della responsabilità civile. La Corte ha accolto il ricorso proposto dalle parti civili rappresentate dal legale Alberto Berardi (con la collaborazione di Studio3A-Valore Spa, società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini). I giudici di appello hanno triplicato le provvisionali fissando un risarcimento di 150mila euro (contro 50mila) per i due figli della coppia; di 100mila euro (contro 30mila) per la mamma di Maria Archetta Mennella; di 60mila euro (contro 20mila) per le sorelle e il fratello.

«Attendo di leggere le motivazioni prima di esprimere i miei commenti - ha detto l'avvocato Berardi -. Da un lato, c'è la soddisfazione per l'accoglimento completo del nostro appello: il fatto che siano state più che triplicate le provvisionali è la conferma che la Corte d'Appello ha riconosciuto l'estrema gravità del fatto. Dall'altro lato, posso comprendere l'amarezza dei nostri assistiti per una pena sproporzionata all'entità del crimine. Ma purtroppo questo è l'effetto di un'anomalia (lo sconto di un terzo della pena) del sistema al quale adesso il legislatore ha posto rimedio con la nuova legge per cui per il rito abbreviato non può essere richiesto per i casi di omicidio aggravato». «Meritava l'ergastolo - ha detto Assunta, sorella di Mariarca e tutrice dei figli - ma almeno non gli è stata ridotta ulteriormente la pena, come temevamo. Vent'anni sono pochi: chi uccide dovrebbe andare in carcere a vita, senza nemmeno il processo». I figli di Mariarca, Assia e Salvatore, di 18 e 12 anni, vivono a Torre del Greco con la zia Assunta.
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