La Gloriette, accuse e polemiche sulla villa confiscata alla camorra a Napoli

La Gloriette, accuse e polemiche sulla villa confiscata alla camorra a Napoli
di Delia Paciello
Venerdì 9 Giugno 2017, 16:02
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Una villa confiscata alla camorra, La Gloriette, quella del boss Michele Zaza, destinata ora a scopi sociali e alla diffusione della legalità come riscatto dalle ombre del passato. Ma al tempo stesso diventa oggetto di polemica da parte della cooperativa sociale che ha perso il bando di concorso indetto dal Comune di Napoli per la gestione di una parte del bene.

La panoramica struttura in via Petrarca al momento è divisa fra due associazioni: l’associazione Arca, che ha vinto il bando di concorso relativo all'assegnazione del primo piano e del terreno agricolo circostante; e l'Orsa Maggiore, che già da qualche anno gestisce il piano superiore, dov’era la vera e propria abitazione del boss.

L’amministrazione Iervolino gli affidò nel 2011 parte della struttura per assegnazione diretta. Poi, grazie anche al grosso investimento di Fondazione con il Sud e ad alcuni finanziamenti promessi all’epoca dal sindaco e ricaduti sulla successiva amministrazione, si è trasformata in un centro sociale polivalente atto al recupero sociale e alla promozione della legalità.
 
Ma l’Orsa Maggiore avrebbe voluto in gestione anche il resto dell’edificio e il terreno, per allargare gli spazi per le loro attività ai fini educativi e di sostegno per i più deboli, e attacca l’Arca. La sua presidente, Angelica Viola, ha infatti parlato di una misteriosa telefonata intercorsa con Nunzio Sisto, presidente dell’associazione Arca, ben quattro mesi prima della pubblicazione del bando di concorso. Nel corso della telefonata, di cui Viola dice di avere ancora traccia sul cellulare, Sisto le avrebbe chiesto se fosse possibile «trovare un’intesa tra le due associazioni per una gestione comune». Sisto dal suo canto non nega affatto di aver cercato Viola per una collaborazione al fine di rendere un servizio migliore per la collettività e sfruttare al meglio quegli spazi, simbolo di una rinascita culturale e sociale. Quella telefonata però ad Angelica Viola  sembrò intempestiva: “A gennaio del 2016 non sapevamo ancora se e quando sarebbe stato pubblicato il bando dal Comune, e noi eravamo in attesa di ricevere risposte da Palazzo San Giacomo che ben conosceva la nostra attività. Ovviamente avevamo presentato relazioni annuali e richieste di completare il nostro progetto per aiutare i ragazzi disabili a coltivare la terra e a gestire, insieme con noi operatori, un piccolo B&B per garantirci autosufficienza economica».
 
Arca alla fine si è aggiudicata la gestione del piano sottostante il centro polivalente di Orsa maggiore, che un tempo era destinato alle abitazioni degli uomini di Zaza, insieme all’appezzamento di terreno circostante che misura circa 10.000 metri quadri.

Il nuovo progetto in via di sviluppo prevede la realizzazione di un laboratorio di ceramiche che coinvolga i soggetti fragili, trasformando il tutto in una struttura capace di ospitare e dare lavoro a persone svantaggiate con disabilità mentale nonché a ex bambini, ovvero ragazzi che hanno subito reati gravissimi in famiglia e che quindi non possono farvi ritorno. Ci sarà una galleria museale dell’antimafia e stanze dedicate alla pet therapy, il nuovo metodo che cura le disabilità mentali grazie all’ausilio degli animali. In seguito alla necessaria ristrutturazione dell'ambiente, ogni stanza avrà il nome di uno dei componenti della scorta di Paolo Borsellino.

Inoltre sul terreno agricolo, dopo le necessarie bonifiche, sarà piantato un vigneto di Piedirosso  anche grazie alla collaborazione del Dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli, e verrà attrezzato per ospitare al meglio gli animali che il Dipartimento di Medicina veterinaria ha messo a disposizione per la pet therapy.  Mentre qualcuno ha sottolineato in maniera negativa le attività produttive previste nel progetto dal nome Tutta n’ata storia, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, Roberta Gaeta, ne fa emergere l’importanza: «La messa a reddito è un valore aggiunto fondamentale che consente di dare maggior dignità a questa iniziativa, al fine di rendere autonome quelle persone che partono da uno stato di disagio estremo. Coinvolgendole in queste attività, si può offrire loro la possibilità di costruire il proprio futuro in autonomia».
 
Ma l’assessore interviene anche per mettere fine alle polemiche: “Non è compito delle istituzioni entrare in merito a discussioni di questo tipo, ma posso spiegare che il bando di concorso è legato ad un regolamento, ci sono dei requisiti chiari e precisi da rispettare per partecipare e vincere la gara. L’assegnazione è designata in base a dei parametri: fra i fattori favoriti anche la messa a reddito, al fine di garantire che queste realtà si reggano e che durino nel tempo, e che soprattutto possano aiutare le persone più fragili a camminare con le proprie forze verso un futuro autonomo”. E fra le regole da rispettare anche quelle del parco La Gloriette, che vieta la realizzazione di un bed and breakfast, cosa sulla quale invece avrebbe voluto puntare l'Orsa Maggiore.

Anche i partner sottolineano la legittimità del bando: “Tutto questo non può ridursi ad una diatriba fra due associazioni: in ballo c’è qualcosa di più”, afferma Simmaco Perillo, presidente di Al di là dei Sogni, la cooperativa sociale che gestisce già da anni alcuni beni confiscati alla camorra nel casertano. Oggi sostiene e collabora con l’iniziativa Tutta n’ata storia portando in campo la sua esperienza: “Quando si alzano polveroni, vuol dire che qualcosa si sta muovendo anche nel tessuto culturale della società. Non devono spaventarci le attenzioni esterne o i piccoli problemi, anzi devono darci forza e farci capire che se ci guardano forse stiamo facendo bene. Stiamo cercando di cambiare volto ad un posto che in passato è stato teatro di illegalità e camorra: oggi mettiamo in campo energie positive per sradicare quel sistema  e trasformare concretamente questo luogo in una casa in cui i più deboli possano trovare coraggio, supporto e accoglienza”.

 

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