Acerra, un georadar cerca i rifiuti tossici sotto la Tav

Acerra, un georadar cerca i rifiuti tossici sotto la Tav
di Marco Di Caterino
Sabato 10 Novembre 2018, 12:00
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L'inchiesta sulla presunta mega discarica abusiva, interrata sotto la stazione dell'alta velocità ad Afragola. Dopo la fase dei carotaggi, scendono in campo i tecnici del Cnr ( Centro nazionale ricerche) di Roma, periti incaricati dalla procura di Napoli nord, diretta da Francesco Greco, che con l'aggiunto Domenico Airoma coordina le indagini del pubblico ministero Giovanni Corona. Ieri mattina gli esperti del Cnr insieme ai carabinieri del nucleo speciale ambientale di Roma, hanno fatto un primo sopralluogo per delimitare le aree interessate e il campo di ricerca di quelle seimila tonnellate circa di monnezza velenosa, sversate nell'area di cantiere della costruenda Tav e sequestrate anni fa dalla procura di Napoli nel corso di un blitz durante il quale furono arrestate 19 persone, tra queste anche gente in forte odore di camorra e a capo di aziende di igiene urbana. Una svolta dunque nelle indagini strumentali e che riguarderanno prima la zona sottostante gli stessi binari e il parcheggio est. I tecnici utilizzeranno un geo radar, in grado di accertare se nel sottosuolo gli strati siano compattati naturalmente oppure se si tratti di una colmata. In questo caso verrà utilizzato uno scanner spettrometro in grado con assoluta certezza di determinare la presenza di piombo, mercurio e altri veleni come l'arsenico che di norma sono rilevati nelle discariche di rifiuti pericolosi e velenosi. Indagini relativamente lunghe, perché i costi sono interamente a carico dello Stato.
 
Una volta e per tutte si chiarirà il mistero di queste seimila tonnellate di rifiuti che Rfi afferma di aver smaltito e delle quali però la Procura non ha trovato alcuna traccia. L'indagine dovrà dunque chiarire se bonifica è stata fatta nell'area Tav, che è letteralmente circondata da discariche anche sepolte sotto campi coltivati. Una di queste individuata a pochi centinaia di metri dal parco Commerciale Le Porte di Napoli, è in un'area di cantiere Tav per la realizzazione di un raccordo per il collegamento diretto con la stazione Av. Sotto i colpi delle ruspe venne fuori una mega discarica di ogni tipo di veleni: eternit, guaine bituminose, materiale edile, plastica e persino una carcassa di automobile infilata verticalmente tra i rifiuti. Dopo un anno quel cantiere è ancora sequestrato, lo svincolo di collegamento non è stato realizzato e tutta quella monnezza tossica è ancora lì esposta alle piogge da un anno. Nel fascicolo dell'inchiesta Tav è ancora aperta la questione delle presunte violazioni delle norme urbanistiche e delle procedure adottate dal comune di Afragola per consentire l'inaugurazione della struttura. In particolare un cambio di destinazione d'uso dei terreni, in modo tale da evitare le analisi chimico-fisiche della falda sottostante la stazione. Fu l'ente Provincia a scoprirlo bacchettando l'impresa che realizzava la stazione poiché la bonifica effettuata dalla società Afragola Scarl, era mancante dei dati sul possibile inquinamento dell'acqua di falda. Diciassette mesi dopo la partenza del primo treno Tav la stazione risulterebbe ancora senza collaudo statico finale con annessa agibilità d'uso; il parcheggio non è stato affidato a società di gestione della Rfi per mancate autorizzazioni, un solo bar aperto dopo essere stato sequestrato per mesi e sul quale pende il parere dell' autorità nazionale di sicurezza ferroviaria.
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