Acerra, il vescovo Di Donna sferza i politici: «Date un'anima alla città»

Acerra, il vescovo Di Donna sferza i politici: «Date un'anima alla città»
di Enrico Ferrigno
Domenica 30 Maggio 2021, 11:30
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No alla localizzazione di industrie di trattamento dei rifiuti tossici «perché bisogna custodire i bambini che si ammalano di inquinamento ambientale». Evitare la dismissione del liceo musicale perché Acerra è da sempre città della musica. Rilancio dell'agricoltura con i fondi in arrivo del Recovery e valorizzazione del patrimonio archeologico dell'antica Suessula. Sono i 4 «principi chiave» del patto per la città di San Cuono e figlio. Ad esporlo, con passione, durante l'omelia in onore della ricorrenza dei patroni di Acerra, è stato, ieri mattina, monsignor Antonio Di Donna, direttamente dal pulpito della cattedrale ed al cospetto del sindaco Raffaele Lettieri e degli amministratori locali. «Bisogna combattere il virus dell'indifferenza verso il bene comune, altrimenti non si va da nessuna parte. Da sempre gli Acerrani non hanno invocato i patroni per grazie personali, ma per tenere la città lontano dai flagelli, dalle calamità che l'hanno colpita nei secoli», ammonisce monsignor Di Donna. Una stoccata che in molti hanno collegato al costume politico emerso dalle inchieste giudiziarie su accertati o presunti voti di scambio praticati, in alcuni casi, nelle scorse tornate amministrative. «Senza idee comuni non c'è azione comune e quindi non c'è più tempo da perdere: è giunto il momento di un patto in vista delle scadenze elettorali del prossimo anno fondato su principi cardine non negoziabili», ha tuonato dall'altare Di Donna. Un patto possibilmente comune a tutte le forze politiche che andrebbe al di là della normale dialettica tra maggioranza ed opposizione per dare un'anima alla città. «Auspico in tal senso un confronto pubblico che non può essere fatto solo su Facebook», rincara la dose il battagliero prelato, invitando le forze politiche e sociali a far proprio «il patto per una città vivibile e a misura d'uomo». 

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«Se per disegnare una città ci si limita ad approcci settoriali, come quello economico, o urbanistico o dell'edilizia, non si va molto lontano.

Sono approcci necessari, ma non sufficienti a disegnare compiutamente una città», ammonisce il vescovo. Il riferimento va ai numerosi cantieri aperti per il rifacimento di strade e piazze che non riuscirebbero a dotare la città di un'anima, di un collante «che faccia di individui un popolo» e «non un nido di vipere». Per Di Donna «il dramma ambientale è uno scopo su cui tutti devono unirsi». Le istituzioni «devono blindare il territorio» dalla localizzazione di industrie inquinanti, ma i cittadini devono diventare «sentinelle della propria terra» e anche la Chiesa «deve fare la sua parte». 

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