Una brutta vicenda familiare. Tensioni antiche, su una vecchia storia di abusi sessuali. Un clima che diventa velenoso e che dai social passa alla vita vera. Dalla finzione su facebook alla peggiore cronaca cittadina. C’è tutto questo nelle indagini legate al ferimento di due sorelle, a colpi di acido, mentre rincasavano domenica notte nei pressi di corso Amedeo di Savoia.
Una vicenda che ieri pomeriggio ha fatto registrare un primo passo in avanti sotto il profilo investigativo: in Questura si è presentata una donna, è una zia della due ragazze. Si chiama Francesca, ha 22 anni.
Sono diversi i nomi su cui sono in corso le indagini, anche alla luce del carattere composito del branco entrato in azione domenica scorsa. Sembra confermato che in corso Amedeo Di Savoia, ad agire ci fossero tre donne, spalleggiate da alcuni uomini. Un’azione organizzata nel tempo, probabilmente segnata dal desiderio di emancipazione della vittima, che ora attende la replica sotto il profilo investigativo. Al lavoro gli uomini della Mobile, sotto il coordinamento del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, si scava su messaggi e telefonate che hanno raggiunto negli ultimi giorni l’utenza telefonica della 27enne. Poi sul lavoro di squadra che sta alle spalle del gesto di odio consumato domenica notte. Chiaro il messaggio, alla luce dell’escalation di episodi, messaggi e raid consumati nel giro di un mese: il viso sfregiato per sempre, come monito a compiere qualsiasi cambio di passo, qualsiasi decisione all’insegna del riscatto e dell’indipendenza, come donna e come madre.
Ieri pomeriggio una donna in Questura, dunque: nei suoi confronti potrebbe scattare un fermo di pm. È caccia ai complici. Pochi i riscontri emersi dalle telecamere, anche alla luce del fatto che gli aggressori (tutti in sella ai rispettivi scooter) si sono dileguati tra i vicoli della Sanità. Non lontano dall’abitazione in cui erano attese le due ragazze rimaste sfregiate.