Acqua ai privati, manifestazione in piazza a Marano per «fermare» il Comune

Acqua ai privati, manifestazione in piazza a Marano per «fermare» il Comune
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 25 Aprile 2021, 11:30
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La delibera di giunta è la numero 148 ed è l'atto con il quale l'amministrazione di Marano di Napoli ha deciso di affidare ai privati il servizio idrico comunale. Domani la proposta di esternalizzare il servizio - fonte da decenni di un grave disavanzo di cassa per l'ente cittadino - sbarcherà in consiglio comunale e in quella sede gli esponenti del civico consesso saranno chiamati a ratificarla o bocciarla. Il movimento che si oppone alla privatizzazione è da tempo sul piede di guerra e ieri ha dato vita all'ennesima manifestazione pubblica.

In piazza San Escrivà de Balaguer, a due passi dal municipio, c'erano i rappresentanti della galassia antagonista, i referenti di Potere al Popolo, Terra, padre Alex Zanotelli e il decano dei sacerdoti di Marano, don Ciro Russo. Tutti uniti per dire no al progetto della giunta Visconti, che ha deciso di affidare il servizio (senza alcun bando pubblico) al consorzio misto pubblico-privato Acquedotti scpa, già operante da anni in numerose realtà di Napoli nord e del Casertano. «Il Comune avrebbe potuto intavolare un discorso con Abc, la partecipata del comune di Napoli, che si era resa disponibile a dialogare con il comune di Marano - sottolinea padre Alex Zanotelli - L'acqua è un bene che deve restare pubblico.

Da quanto ne so, ha rifiutato persino di incontrare i vertici di Abc». A rincarare la dose anche gli attivisti di Potere al Popolo: «Quali interessi si nascondono dietro questa privatizzazione del servizio idrico? Il sindaco vuole impegnarsi con un consorzio, di fatto gestito da privati, per la durata di ben 30 anni e non prende in considerazione altre ipotesi».

Anche i partiti di centrodestra criticano la scelta dell'esecutivo, ma i toni sono diversi: «L'esternalizzazione del servizio - spiega Giovanni Licciardi, vicecoordinatore cittadino della Lega - è necessaria. Il Comune è costantemente in perdita e non riesce, con i propri mezzi, a invertire la rotta. Ben venga la privatizzazione, ma con modalità diverse da quelle pensate e volute da Visconti». La questione dell'esternalizzazione del servizio si presta a molteplici chiavi di lettura: da un lato ci sono le esigenze di bilancio di un Comune in default, chiamato a fare i conti con un'evasione spaventosa (circa il 60 per cento delle famiglie non paga l'acqua) e a rispettare gli impegni assunti a suo tempo con il ministero dell'Interno; dall'altro i timori per un affidamento trentennale a un consorzio che, carte alla mano, potrebbe ottenere cospicui introiti anche dal capitolo manutenzioni straordinarie. Manutenzioni che sarebbero a carico del comune di Marano.

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Dall'entourage del primo cittadino fanno riferimento alla necessità di dover approvare il piano per l'esternalizzazione: «Non c'è altra scelta, se il consiglio comunale dovesse dire no alla proposta non avremmo nemmeno la possibilità di approvare il prossimo bilancio previsionale». C'è chi, infine, chiede un congelamento della delibera. Ad auspicarlo anche alcuni esponenti del Pd, partito del sindaco, che chiedono un ulteriore approfondimento della questione. I democratici, proprio sulla vicenda acqua, si sono spaccati al proprio interno. Qualcuno avrebbe voluto che Visconti dialogasse con i vertici di Abc, altri invece ritengono che un'operazione di tale portata non possa essere affrontata da una giunta segnata da gravi vicissitudini politiche interne e su cui pende l'ombra di un imminente scioglimento per mafia. 

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