Addio a Francuccio, il fioraio napoletano vittima della camorra è morto dopo un mese di agonia

Addio a Francuccio, il fioraio napoletano vittima della camorra è morto dopo un mese di agonia
di Anita Capasso
Venerdì 26 Aprile 2019, 12:00 - Ultimo agg. 13:34
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«Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti». Con questa frase, nel giorno dei funerali, i familiari del povero Fortunato De Longis, il 44enne fioraio, vittima di un agguato di camorra, chiedono alla gente di rompere il muro di omertà e di ribellarsi alla violenza che sta insanguinando Brusciano. La frase l'hanno stampata sul retro di una maglietta, che indossano per l'ultimo saluto al loro sfortunato congiunto. Davanti, invece, campeggia il volto solare di Fortunato, da tutti chiamato Francuccio. Invocano giustizia e c'è chi parla di vendetta. Il parroco don Salvatore Purcaro, invita a placare i sentimenti di rabbia e di rancore: «Ai camorristi dico convertitevi, a voi familiari vi imploro di vivere il dolore senza vendetta. Vendichiamoci bloccando la camorra con la legalità e il bene». Fortunato De Longis un anno fa aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte del clan Rega. I familiari sono straziati. Accompagnano la bara bianca lungo le strade del quartiere. Suo padre è affiancato dai carabinieri che lo confortano. In chiesa ci sono solo pochi intimi. C'è il sindaco Giuseppe Montanile, l'assessore Antonietta Marinelli e il consigliere Antonio Castaldo. «Vergogna, lo avete ucciso», ripete una ragazza, nipote della vittima. Il rione non risponde. Non c'è partecipazione, la zona è un deserto, ma dietro alle imposte, tra la brava gente, si nascondono anche gli esponenti dei clan in lotta per la gestione degli affari illeciti e le nuove leve, teste fuori controllo che sparano a qualsiasi ora del giorno. La bara bianca esce dalla chiesa, seguita da un volo di colombe e da una corona di palloncini bianchi lanciati in alto verso il cielo tra le lacrime. Fortunato, Francuccio, è morto dopo un mese di agonia, in ospedale.
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