Aeroporto Napoli Capodichino, Barbieri: «Meno aerei ma più pieni, è la nostra scelta green»

Intervista al manager Gesac: «E a luglio 2024 avremo la nuova pista a Salerno»

Raddoppiano i voli per New York da Napoli Capodichino
Raddoppiano i voli per New York da Napoli Capodichino
Gianni Molinaridi Gianni Molinari
Mercoledì 8 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 21 Marzo, 18:19
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È iniziato con numeri importanti il 2023 di Gesac, la società di gestione degli aeroporti di Napoli e Salerno: nei primi due mesi del 2026 i passeggeri sono 1,2 milioni i transiti nello scalo napoletano con un incremento del 10,9% rispetto al 2019 e del 56,6% rispetto al primo bimestre del 2022. Inoltre è stato firmato il contratto di programma 2023-2026 con l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac) con interventi per 56,5 milioni di euro finanziati da Gesac per realizzare sia interventi sulle infrastrutture tecnologiche sia per la tutela ambientale (tra l'altro con la piantumazione di mille alberi nel perimetro aeroportuale).

Il 2023 è un anno importante perché sarà l'ultimo della pista singola: da luglio 2024 - se verrà confermato il cronoprogramma degli interventi - comincerà la sua attività il nuovo aeroporto di Salerno. Da gennaio 2023, Gesac ha quindi avviato una serie di iniziative per preparare l'avvio della nuova pista e l'integrazione dei due scali. Ieri l'amministratore degelato di Gesac, Roberto Barbieri, e il direttore generale dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (Arpac), Stefano Sorvino hanno messo un altro importante tassello su Capodichino: un protocollo d'intesa che potenzia (di due unità) la rete già esistente (otto) di monitoraggio ambientale dell'Arpac che sarà chiamata a valutare anche le nuove rotte di sorvolo della città che, in via sperimentale e sotto la regia dell'Enav, da qualche giorno interessano decolli e atterraggi con l'obiettivo di minimizzare gli impatti acustici (30% in meno della popolazione esposta, secondo le previsioni di Gesac) e l'emissione di gas climalteranti (11mila tonnellate/anno di Co2), oltre a diminuire il tempo di volo annuo di circa 500 ore. 

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Barbieri con le festività pasquali Capodichino torna ai livelli estivi.
«Pasqua è un test importantissimo per il settore turistico e anche per l'aeroporto.

Noi ci presentiamo con novità nella rete e nella gestione».

Cioè?
«Anzitutto il network dei collegamenti passa da 106 a 119 città servite direttamente da Napoli, tra cui i principali hub europei, americani, asiatici che integrano Capodichino ai livelli massimi nei collegamenti con tutto il mondo»

Poi?
«Saremo l'unico aeroporto non hub (per intenderci sul tipo di Malpensa o Parigi Charles De Gaulle) con un doppio collegamento giornaliero diretto con New York che non è far partire e far arrivare solo due aerei al giorno ma gestire standard di security totalmente nuovi e complessi. Un collegamento che in molti casi lo scorso anno ha avuto un riempimento totale dell'aeromobile. E questa del riempimento degli aeromobili è un'ulteriore novità».

Cioè?
«Incentiviamo gli aerei con un fattore di riempimento maggiore: quindi meno voli ma pieni. Oltre ad aerei nuovi come gli Airbus 321 Neo che hanno emissioni e rumore ridotto. Ha già cominciato Easyjet».

Ma resta pur sempre uno scalo quasi nel centro della città.
«Il nostro lavoro è tutti i giorni per mitigare gli effetti di fronte a vantaggi rilevanti e a un contributo decisivo all'economia della città: abbiamo la certificazione di sostenibilità, ACA 4+, più alta al mondo e solo altri 18 scali l'hanno ottenuta che fotografa come lavoriamo quotidianamente sulle misure di contenimento ambientale: dagli alberi, alle rotte, all'autoproduzione di energia con i pannelli solari che soddisfa completamente il nostro fabbisogno, all'uso di mezzi tecnici elettrici nelle piste, al sistema di tariffazione dei parcheggi per favorire le soste automobilistiche brevi».

Dal 1 gennaio scorso tuttavia sono stati aumentati di due euro i diritti d'imbarco anche a «carattere compensativo rispetto ai disagi causati dal traffico aereo».
«È stato un errore perché sta inducendo le compagnie aerei low cost a rivedere i propri programmi. Le low cost su tutta la loro rete hanno un prezzo unico, comprensivo di tutti gli oneri: quindi i due euro aggiuntivi della tassa d'imbarco si detraggono dai margini delle compagnie. È già successo nei mesi scorsi che Ryanair abbia ridotto del 40% l'operativo della propria base di Berlino, a causa dell'aumento delle tasse aeroportuali, e chiuso totalmente quella di Bruxelles, a causa dell'introduzione di una nuova tassa di 2 per passeggero in partenza».

Avete segnali anche qui?
«Lavoriamo per evitarlo e trovare insieme al governo e allo stesso Comune forme alternative, ma quello che amareggia è l'idea che l'aeroporto sia un disagio per la città. Il boom turistico degli ultimi anni passa per la stragrande parte da Capodichino e dalla sua efficienza. Sono i turisti che hanno rianimato un'economia stressata dalle crisi industriali e offerto possibilità di reddito e lavoro. Vorremmo essere considerati un'opportunità per quello che facciamo e non un problema».

Con che prospettive?
«Vediamo, certo investire come facciamo fondi propri e avere questa considerazione non è piacevole».

Infine, Salerno.
«I lavori vanno avanti come da programma: luglio 2024 è il nostro obiettivo. Abbiamo messo in campo le migliori competenze mondiali nella progettazione e nella costruzione, partiremo gradualmente. È uno scalo che, integrato, con Napoli ha grandi prospettive». 

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