Afghanistan, a Napoli i primi 87 profughi: giocattoli e sorrisi per i bambini rifugiati

Afghanistan, a Napoli i primi 87 profughi: giocattoli e sorrisi per i bambini rifugiati
di Oscar De Simone
Mercoledì 25 Agosto 2021, 15:33 - Ultimo agg. 26 Agosto, 08:00
3 Minuti di Lettura

Sono stanchi e scendono dai bus che li ha portati al Covid residence dell'Ospedale del Mare con volti affaticati e disorientati. Sono stremati gli 87 afgani che questa mattina – poco dopo le 5 del mattino – sono arrivati in città, dopo aver lasciato il caos e la paura nella loro terra d'origine. In una Kabul sempre più insicura e distante. Ora tutto può e deve ricominciare da Napoli. Dalla città in cui risiederanno, per il periodo di quarantena di almeno una settimana, prima di essere smistati sull'intero territorio regionale. In una serie di strutture che gli consentiranno di cambiare vita.

Nella struttura di Ponticelli gli 87 afgani sono stati accolti dai sanitari e dai volontari della protezione civile che hanno allestito per loro aree di svago e camere da letto dove trascorrere questa settimana d'osservazione.

Dove anche i bambini – una decina – sono stati accolti tra i sorrisi, i colori dei palloncini, i messaggi scritti e i giochi preparati per loro. Piccoli gesti di una normalità sempre più lontana da quella Kabul che si sono lasciati alle spalle. 

Video

Ora però tutto è diverso ed anche dalla curia di Napoli arrivano parole di speranza ed accoglienza. Di fonte alla grave crisi umanitaria che sta scuotendo le coscienze degli uomini di buona volontà di tutto il mondo – ha detto l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia – la Chiesa di Napoli è pronta ad accogliere quota parte dei profughi che arrivano in Italia dall’Afghanistan. Sono rimasto particolarmente colpito dal dramma che stanno vivendo donne, bambini ed interi nuclei familiari che, per difendere i legittimi diritti alla libertà, alla vita ed al futuro, sono costretti a lasciare la propria terra ed i propri affetti, per cui ho provveduto a dare opportune indicazioni al direttore della Caritas Diocesana, don Enzo Cozzolino, perché si procedesse ad una rapida ricognizione delle varie disponibilità di accoglienza nelle diverse Comunità, tenendo i necessari contatti con Caritas Italiana e con le varie Istituzioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA