La speranza di ricostruire una nuova vita in Campania ormai è realtà. Giovedì 125 cittadini afghani termineranno la quarantena al Covid center di Ponticelli, saranno spostati in alloggi della rete Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) e inizieranno il loro percorso come richiedenti asilo per motivi umanitari e politici. Altri due, un uomo e una donna, raggiungeranno i loro familiari non appena sarà possibile essendo il primo in isolamento perché positivo al Covid e la seconda ricoverata dopo l'intervento chirurgico per ricomporre la frattura al piatto tibiale. Le destinazioni dei profughi saranno decise dal prefetto di Napoli Marco Valentini che seguirà le disposizioni del ministero dell'Interno. Le 12 sedi Sai di Napoli e provincia avranno la priorità in questo primo frangente, con disponibilità a San Giorgio a Cremano (23 posti), Portici, Pomigliano d'Arco, Nola, Procida, Casoria, Qualiano, Mugnano, Scisciano, Ercolano, che potrebbero coprire tutte le esigenze: altrimenti servirà un decreto ministeriale. Non appena il Covid center sarà liberato, l'Asl Napoli 1 e la Protezione civile saranno pronti per accogliere un nuovo gruppo di cittadini afghani (tra 200 e 240) proveniente dalla tendopoli della Croce Rossa ad Avezzano, che seguiranno lo stesso iter di chi li ha preceduti.
Queste le decisioni emerse dalla riunione di ieri in prefettura cui hanno partecipato l'assessore regionale alla Legalità, Sicurezza e Immigrazione Mario Morcone, accompagnato dal capo della Protezione Civile della Campania Italo Giulivo e dal direttore generale dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, oltre all'assessore Annamaria Palmieri per il Comune di Napoli, rappresentanti del terzo settore e organizzazioni sia laiche che cattoliche impegnate nell'accoglienza come Caritas e Comunità di Sant'Egidio.
In prefettura c'è stata circa un'ora di confronto e pianificazione del primo delicato spostamento dei rifugiati afghani che giovedì saranno accolti nei centri della rete Sai di Napoli e provincia composta da 12 comuni per un totale di 633 posti in gran parte già occupati da famiglie siriane, profughi che scappano da aree di guerra e disperazione, minori non accompagnati dell'area sub sahariana. A gestirli sono le imprese e cooperative sociali su affidamento del ministero dell'Interno che propongono progetti che prevedono una serie di servizi tra cui servizi sanitari, servizi legali, corsi di lingua italiana, socializzazione, corsi di formazione professionale, tirocini in azienda, ricerca attiva del lavoro. Un percorso, quindi, realizzato per fornire gli strumenti necessari per vivere in autonomia sul territorio. Al prefetto Valentini il compito di pianificare gli spostamenti delle persone, e che dopo questo primo incontro focalizzato sul bacino Napoli e provincia, oggi incontrerà i prefetti degli altri capoluoghi per avere contezza delle disponibilità dei centri Sai e Cpa in vista di nuovi arrivi.