Afragola blindata ma nessuno al ricordo del maresciallo ucciso dalla camorra

Afragola blindata ma nessuno al ricordo del maresciallo ucciso dalla camorra
di Marco Di Caterino
Domenica 6 Gennaio 2019, 10:20 - Ultimo agg. 10:22
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Dopo le bombe del racket delle estorsioni, sette in dieci giorni, Afragola è una città blindata da polizia e carabinieri. Ieri, nel giorno della commemorazione del maresciallo Gerardo D'Arminio, ucciso 42 anni fa sotto gli occhi del figlio di appena sei anni da Vincenzo Moccia nella piazza principale, sono scattate le prime operazioni di controllo del territorio. I carabinieri della locale caserma, grazie anche ai cinque colleghi di rinforzo, hanno sequestrato nel Rione Salicelle due pistole, un coltello e droga, mentre la polizia ha effettuato posti di blocco su tutto il territorio cittadino. E da quattro giorni il tritolo tace. Afragola è una città con un lato oscuro ancora tutto da esplorare. Nessuno denuncia le estorsioni, nemmeno sotto l'attacco della camorra, però tutti protestano per l'arrivo di rinforzi al lumicino, e quando si tratta di onorare la memoria di un servitore delle Stato che ha dato la vita per difendere la legalità, come la medaglia d'argento al valore militare Gerardo D'Arminio, nessuno partecipa, né in chiesa e nemmeno in piazza. Fatto salvo poi il «rimpianto» per il clan Moccia, perché quando c'erano loro droga per strada non ce n'era, nemmeno furti e rapine, figurarsi poi le bombe.
 
«Camorristi per bene», così gli affiliati del clan si autocelebravano nel titolo di un film di una decina di anni fa prodotto, diretto e interpretato da affiliati di primo livello del clan. Un consenso sociale da far rabbrividire, rimasto ancora quasi intatto, e mai cambiato nemmeno di fronte al sangue di un carabiniere ucciso per ribadire la supremazia della camorra. «Il sacrificio di Gerardo D'Arminio ha detto nell'omelia don Tonino Palmese, presidente onorario della Fics e referente di Libera per la Campania, che ha celebrato la messa in suffragio nella chiesa dei Sacri Cuori su invito di Maria Saccardo, responsabile di Libera per Casoria e Afragola è identico a quello di Gesù sulla Croce. Ha lo stesso significato salvifico di chi anche a costo della vita antepone la fede e lo spirito di servizio per gli altri». Ed è stata una cerimonia «intima» quella della messa alla quale hanno partecipato i familiari di Gerardo D'Arminio, il sindaco Claudio Grillo, il suo vice Biagio Castaldo, il capitano della compagnia di Casoria Francesco Filippo, agenti del commissariato di Afragola, una rappresentanza della guardia di finanza del gruppo di Frattamaggiore, gli agenti della polizia locale, e quelli della protezione civile.

Prima della benedizione, sono intervenuti il sindaco e la responsabile di Libera, che hanno sottolineato l'importanza e il dovere dell'impegno quotidiano alla memoria, alla stregua di quella della Shoah, perché dimenticare è il concime per il Male, qualunque esso sia. Dopo la funzione religiosa è stata posta una corona di alloro dell'amministrazione comunale al monumento, realizzato dagli alunni del liceo artistico di Cardito. Poche ore prima si era conclusa una operazione di controllo ad Alto Impatto, nel rione Salicelle, condotta dai militari della caserma di Afragola. In due isolati diversi, i militari hanno rinvenuto e sequestrato una pistola semiautomatica con matricola punzonata e colpo in canna e 11 cartucce custodite in uno zaino nascosto sul tetto di un ascensore di una palazzina. La seconda arma, un revolver 357 Magnum con matricola abrasa e carico, è stata rinvenuta in un'intercapedine del vano ascensore di un altro isolato. Insieme alla micidiale arma è stato sequestro un coltello sporco di droga e 57 grammi di crack. Le armi e i proiettili sono stati inviati al Racis, per accertare se siano state utilizzate per omicidi o raid intimidatori.
 
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