Metropolitana di Napoli, dipendente colpito a martellate: «Subiamo senza poter rispondere»

Metropolitana di Napoli, dipendente colpito a martellate: «Subiamo senza poter rispondere»
di Oscar De Simone
Mercoledì 21 Aprile 2021, 15:49 - Ultimo agg. 22 Aprile, 08:10
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«È sceso in stazione minacciandoci ed urlandoci contro prima di prendere a pugni una guardia giurata e ferire me sulla testa con un martelletto». L'operatore Anm Nicola Maesi commenta così l'aggressione subita ieri all'interno della stazione Dante della Metro linea 1. Una violenza senza nessun motivo apparente e su cui adesso gli inquirenti, dopo aver acquisito il filmato girato dallo stesso operatore, intendono fare chiarezza. Le minacce sarebbero iniziate subito ed a voce alta: «Ti aspetto fuori, sono della sanità e ti sparo».

Poi l'aggressione vera e propria con un pugno ad una delle tre guardie giurate ed il colpo di martello sulla testa del dipendente Anm. «Sono stato stordito dal colpo – racconta Nicola – ma poi mi sono ripreso e l'ho inseguito bloccandolo sulle scale d'uscita. È stato tutto molto veloce ed attuato con una notevole brutalità.

Nessuno di noi lo aveva mai visto prima e proprio per questo stiamo cercando di capire il motivo del gesto. È stato incurante dei tre vigilantes e di me stavo cercando di capire cosa stesse accadendo. Ma purtroppo per noi dipendenti del trasporto pubblico è una cosa all'ordine del giorno. Non facciamo altro che subire senza poter rispondere e questo ci mette in condizione di sottostare a qualsiasi persona ci minacci o ci aggredisca». 

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Proprio la sicurezza, infatti, è il tema della questione affrontata da Marco Sansone del coordinamento regionale Usb. Una problematica su cui si discute da anni, ma che lascia ancora gli impiegati dell'azienda in balia degli eventi. «Ci stiamo battendo da tempo – afferma Sansone – affinché siano aumentati i presidi ed i controlli nelle stazioni della metro e negli stazionamenti dei bus. Questa emergenza rimette in luce un problema che ha già coinvolto tanti nostri colleghi che adesso si sentono nuovamente colpiti. Va ricordato che in ANM ci sono oltre 400 lavoratori in cassa integrazione, dipendenti che potrebbero supportare il personale front line più esposto. Questo è un tema che andrebbe discusso seriamente per la sicurezza e la tranquillità di tutti i dipendenti».

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