Agguati sotto pensiline e tunnel, così le stazioni della Circum diventano terra di nessuno

Agguati sotto pensiline e tunnel, così le stazioni della Circum diventano terra di nessuno
di Francesco Gravetti
Giovedì 7 Marzo 2019, 12:00
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Non sono ancora le 19,30 e nella stazione della Circumvesuviana di Santa Maria del Pozzo, quartiere Barra, è già tempo di prendere precauzioni: due studentesse si guardano attorno con aria circospetta, un uomo con la tracolla va avanti e indietro nervoso, solo un ragazzo passa da un binario all'altro con disinvoltura, attraversando la strada ferrata invece di usare le scale. Sta arrivando il treno e bisogna fare in fretta a prenderlo: rimanere troppo tempo su una delle stazioni più degradate e isolate della Circum può essere pericoloso. Santa Maria del Pozzo, infatti, è il tempio dei borseggiatori: arrivano dalle piccole scale laterali, salgono sulla banchina, prendono le borse e scappano via, dileguandosi tra i vicoli.
 
«La stazione principale è più sicura perché è più grande, ma anche lì ci sono spesso degli scippi», dice un'anziana donna. Per stazione principale intende quella di Barra, dove a rapinatori e teppisti devi stare attento soprattutto mentre percorri il sottopassaggio: è lì che il colpo può essere messo a segno più facilmente. Alcuni macchinisti raccontano che appena 10 giorni fa proprio a Barra due turiste straniere si sono fatte giustizia da sole: scippate nel treno, inseguirono il balordo fino alla stazione, riuscendo a farsi restituire la borsa. Del resto quelli di Barra spesso preferiscono allungarsi fino a San Giorgio per prendere il treno, perché considerano la stazione del Comune vesuviano più tranquilla. Un paradosso, se si pensa al terribile stupro di martedì. Il fatto è che chi decide di affidarsi ai treni della Circum sa già che in alcune stazioni deve avere occhi bene aperti e voce allenata a dare l'allarme. Non c'è bisogno di aspettare la notte: è sufficiente che vada via il sole e gli impianti diventano uno spazio a disposizione di balordi, tossici, teppisti.

A San Giovanni a Teduccio si mettono sul marciapiede che sta tra il binario 2 e il binario 3: sono per lo più drogati, ma se ti prendono di mira qualche guaio lo passi. Il sottopassaggio pericoloso, come a Barra, lo trovi anche alla stazione di via Del Monte, territorio di Torre del Greco: il lampadario viene verniciato per fare in modo che faccia meno luce e i violenti agiscono indisturbati. Gianturco, invece, è una stazione tutta rinnovata, vederla è un piacere. Il ritorno alla bellezza ha scoraggiato i malintenzionati, ma una gang di scippatori l'ha eletta a luogo dove dividersi il malloppo. Molti lavoratori Eav ne sono convinti, la banda è ben organizzata: il palo sta a Porta Nolana, segnala al complice la vittima, che poi viene scippata proprio mentre si aprono le porte a Gianturco. Il delinquente scende col bottino e il treno riparte, col rapinato dentro.

Le stazioni terra di nessuno, dunque. Lo stupro di San Giorgio ha un precedente lontano appena due anni fa: ad aprile del 2017 una ragazza appena 18enne proveniente dalla Nigeria fu violentata all'interno della stazione di Villa del Ginestre, Torre del Greco, da un 28enne suo connazionale. Sempre nella stazione di San Giorgio a Cremano giusto un anno fa 19 ragazzi furono fermati con addosso tirapugni e coltelli: la gang si era organizzata per una spedizione punitiva. Venti giorni fa un dipendente Eav trovò un decine di petardi in un cestino della spazzatura della stazione di Vittorio Veneto, territorio di Marigliano. La linea NolaBaiano, poi, merita un discorso a parte: è qui che vi è il numero maggiore di stazioni impresenziate, cioè senza personale. Saviano, Talona, Parco Piemonte, Salice di Casalnuovo: posti dove il viaggiatore non ha punti di riferimento. E infatti gli impianti vengono spesso vandalizzati. Eppure da qualche anno Eav ha invertito la rotta, è riuscita a mettere in campo un coordinamento con le forze dell'ordine che ha prodotti indubbi risultati. I numeri parlano chiaro: gli eventi di natura criminosa (danni al patrimonio ed all'utenza) mostrano un calo del 26 % negli ultimi tre anni (da 1436 nel 2015 a 1057 nel 2018). I fermi e gli arresti sono aumentati del 79 per cento (da 94 a 168) nello stesso triennio. I criminali sono stati acciuffati quasi sempre grazie alle telecamere, raddoppiate dal 2015 ad oggi: l'occhio elettronico forse non è ancora un deterrente, ma di sicuro ha risolto molte indagini.
 
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