Agguato a Crispano. Raffica di colpi
contro affiliato al clan Cennamo: morto

Agguato a Crispano. Raffica di colpi contro affiliato al clan Cennamo: morto
di Marco Di Caterino
Domenica 11 Dicembre 2016, 22:02 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 16:56
4 Minuti di Lettura

Omicidio a Crispano. Una raffica di colpi sparati quasi certamente da un solo killer. È stato ucciso così Mauro Pistilli, 52 anni, di Crispano, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto elemento di spicco del clan Cennamo. L’uomo è stato ammazzato nei pressi del garage della sua abitazione, al Parco Aurora, in via Cancello a Crispano, non appena è sceso dalla sua Smart. Pistilli, le cui condizioni sono apparse subito gravissime, è stato soccorso da alcuni passanti, che hanno chiesto l’intervento di un’ambulanza del 118, a bordo della quale è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. Qui, nonostante i tentativi dei medici, è morto qualche minuto dopo senza riprendere conoscenza.


I carabinieri di Casoria sono intervenuti subito dopo in seguito ad una chiamata al 112 in via Cancello dove Pistilli 
era stato ferito a colpi d'arma da fuoco poco prima da un giovane fuggito poi a bordo di un'auto. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Casoria, diretta dal capitano Francesco Filippo, e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dal maggiore Michele D’Agosto, che hanno effettuato i primi rilievi e avviato le indagini.

 


Sembra, secondo le prime indagini, che Pistilli, da qualche tempo avesse tentato il «salto di qualità», raccogliendo il testimone del vecchio boss Cennamo e rinsaldando le fila del suo clan che si oppone a quello dei Pezzella, loro rivali storici. Ed è proprio nell'ambito di una rinnovata guerra tra clan, che gli inquirenti cercano la spiegazione di quest'ultimo omicidio.

Secondo quanto dopo le prime indagini hanno potuto accertare gli inquirenti, infatti, l’omicidio di Mario Pistilli era stato programmato da tempo e studiato nei minimi dettagli. La vittima, titolare di due bar che portano la stessa insegna «Beautiful», uno a Crispano, l’altro uno dei più grandi d’Italia con i suoi duemila e più metri quadrati, nella frazione di Casapozzano - comune di Orta di Atella - secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, era stato seguito dal commando incaricato di portare a termine la missione di morte, che «doveva» essere eseguita di fatto sotto casa sua. Un particolare non di poco, questo, perché nella tragica simbologia della camorra questo sta a significare che chi ha emesso la sentenza di morte è così forte e potente da arrivare fin dentro casa di chiunque. Insomma un messaggio chiaro e inequivocabile, per chi, come la vittima, stava cercando di rinsaldare le fila e rimettere insieme quello che resta dal clan Cennamo.

Una cosca egemone nella zona fino a qualche anno fa, e che poi ha imboccato una vertiginosa caduta, con la lunga detenzione al carcere duro del suo fondatore, Antonio Cennamo, meglio noto come
«Tanuccio ‘o malommo», uno dei quattro «senatori» del clan Moccia, e personaggio di altissimo rispetto criminale, seguita dall’omicidio di Modestino Pellino, avvenuto a Nettuno sei anni fa. Un progetto di rifondazione della cosca davvero mal digerita, secondo gli investigatori e la stessa Dda, dal caln Pezzella di Cardito, che da qualche anno ha assunto in regime di monopolio il totale controllo delle attività criminali su Orta di Atella, Caivano, Arzano, Frattamaggiore e parte di Casoria, dove i vecchi boss usciti da galera da poco girano con la «scorta».

E proprio da Crispano, due anni fa, iniziò la cosiddetta faida dei carbonizzati, con nove morti ammazzati e dati alle fiamme, nel giro di cinquanta giorni. I primi tre a cadere furono Ciro Scarpa, detto «pallino» ( riferito alle dosi di cocaina) Vincenzo Montino e Aniello Ambrosio, elementi di spicco del clan Cennamo, e che per anni avevano gestito il racket delle estorsioni e il traffico di sostante stupefacenti per conti del clan.
Ora l’omicidio di Mauro Pistilli, potrebbe essere l’inizio di una nuova e cruenta guerra di camorra nell’area a nord di Napoli.













 

© RIPRODUZIONE RISERVATA