Agguato a Napoli oggi, il 17enne ferito è il figlio del boss del clan Sacco-Bocchetti

Agguato a Napoli oggi, il 17enne ferito è il figlio del boss del clan Sacco-Bocchetti
di Luigi Sabino
Giovedì 15 Settembre 2022, 18:57 - Ultimo agg. 16 Settembre, 17:03
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Hanno sparato per uccidere. I killer che questa notte hanno aperto il fuoco contro un 17enne avevano il compito di eliminarlo. Solo il caso ha impedito che la missione di morte fosse portata a termine nonostante il ragazzo sia stato colpito a una spalla, al volto e all’inguine.

L’episodio, secondo una prima ricostruzione, sarebbe avvenuto poco prima delle 23 quando i medici dell’ospedale Cto hanno allertato la centrale operativa dell’Arma per segnalare la presenza di un minore ferito da colpi d’arma da fuoco che, pochi minuti prima, era stato lasciato da ignoti accompagnatori dinanzi all’ingresso del pronto soccorso. Poco dopo, presso la struttura ospedaliera, sono arrivati i militari del nucleo operativo della compagnia Vomero che, dopo essersi accertati delle condizioni del ferito, giudicato non in pericolo di vita, hanno avviato le indagini sull’accaduto.

Pochi elementi quelli forniti dalla stessa vittima che, ai carabinieri, avrebbe raccontato di essere stato avvicinato da sconosciuti mentre si trovava in via don Pino Puglisi. Uno di questi, senza alcun motivo apparente, avrebbe, quindi, estratto una pistola semiautomatica e aperto il fuoco. Il ragazzo, nonostante le ferite, sarebbe, però, riuscito a mettersi in salvo e, poco dopo, sarebbe stato soccorso da alcune persone che lo hanno trasportato in ospedale. Un racconto cu cui, però, gli stessi militari nutrono qualche dubbio a cominciare dal luogo dove effettivamente sarebbe avvenuto l’agguato. Gli accertamenti, infatti, hanno permesso di trovare alcuni bossoli calibro 9x17, compatibili con i proiettili utilizzati dal commando, dinanzi alla chiesa di Santa Maria del Buon Rimedio, poco distante da via Peppino Impastato, la stessa strada dove abita il giovane. 

 

Una piccola incongruenza che, però, getta ombre sulla versione fornita dal 17enne. Non sembrano, invece, esserci dubbi sulla matrice camorristica dell’azione di fuoco. Il ragazzo, nonostante la giovane età, è considerato, infatti, vicino a una delle tante organizzazioni criminali che operano nell’area compresa tra Scampia e il rione Don Guanella. Non solo. Nel suo curriculum criminale annovera già precedenti per resistenza e violazione della legge in materia di stupefacenti. A completare il profilo della vittima, infine, sono anche le sue parentele. Suo padre, infatti, è un esponente di spicco del dissolto clan Sacco-Bocchetti e attualmente detenuto. Anche da parte di madre, il giovane ha legami di rilievo con il sistema. Dagli accertamenti eseguiti dalle forze dell’ordine sarebbe, infatti, imparentato con Paolo Esposito alias ‘o Porche, anche lui detenuto e considerato esponente di rilievo della Vanella Grassi, il sodalizio uscito vincitore dalla cosiddetta terza faida di Scampia.

Parentele illustri, quindi, che, questo il timore degli investigatori, potrebbero voler decidere di vendicarsi dando inizio a una nuova stagione di sangue.

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